Ci sono domande che l'uomo pare non voglia porsi: sono come dei "tabù" che sembra non sia lecito affrontare.

Fatto davvero strano: le continua scoperte scientifiche, le innovazioni tecnologiche e le passioni politiche si rivolgono a soggetti che ignorano tutto di loro stessi.

Com'è possibile questo? Cosa dobbiamo attenderci da un sistema a tal punto privo di consapevolezza? C'è una via che porta alla "conoscenza"?


L'ARGOMENTO DEL MESE

N. 8


IL SONNO E I SOGNI

 

A) IL SONNO

Si usa dire "sonno della Coscienza" per definire la condizione dei primi due stati dì Coscienza (Eikasia e Pistis, vedi argomenti precedenti) in cui esiste solo meccanicità, imitazione e cieca credulità. E' questo un tipo di sonno che prende l'uomo comune e corrente sia di giorno che di notte.

Da questo tipo dì sonno ci si deve liberare. Bisogna imparare a vivere "da svegli", cioè ad essere pronti alle novità, ai segnali e ai messaggi che in ogni momento giungono a noi e dei quali spesso nemmeno ci accorgiamo.

Questo è il significato dell'ammonimento di Gesù agli apostoli nell'orto degli ulivi: "Così non siete stati capaci di vegliare un'ora sola con me? Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione" (Mt, 26,40). La vera nuova vita di S. Pietro, che fino a quel momento non aveva capito nulla della predicazione del suo Maestro, inizia con il canto di un gallo.

Dopo questa premessa sul sonno psicologico, esaminiamo brevemente il sonno fisiologico ed i suoi fenomeni.

Fisiologicamente, il sonno occupa un terzo della nostra vita. E' dunque un fenomeno ragguardevole ed indispensabile: è il modo con cui l'organismo "si costringe" a riposare. Privato del sonno, un soggetto presenta gravi alterazioni del comportamento, della capacità di concentrazione e di attenzione. Si racconta che i Cartaginesi, prima di far rotolare Attilio Regolo in una botte di chiodi, volendo ridurre la sua resistenza psicologica durante gli interrogatori, gli tagliassero le palpebre per impedirgli di dormire.

Il sonno dev'essere naturale e spontaneo (cioè indotto senza farmaci). A questo scopo, un buon sonno va preparato in un certo senso durante il giorno: è indispensabile essere il più a lungo possibile coscienti durante la vita di veglia, cioè essere in autoricordo e in autoosservazione di istante in istante, nel pieno uso e possesso dei 5 sensi e nel pieno equilibrio dei 5 centri. Chi soffre di insonnia potrebbe benissimo chiedersi qual è la qualità della sua vita da sveglio. Altrettanto potrebbe chiedersi chi soffre di incubi. Non è un buon sonno quello di chi, alla sera, cade subito profondamente addormentato dopo una giornata piena di identificazioni e dopo aver, di conseguenza, consumato tutte le energie. Il sonno è un momento da vivere il più possibile con la Coscienza sveglia; per questo si dice che bisogna "dormire da svegli" .

E' molto importante avere un buon sonno almeno per due motivi:

1) Il sonno consente al Corpo Vitale di riparare le piccole lesioni riportate dal Corpo Fisico durante la vita di veglia, nonché di provvedere al naturale ricambio delle cellule e dei composti chimici.

2) Mentre dormiamo, viviamo numerose esperienze di "sdoppiamento" (i sogni), che sono di fondamentale importanza per il lavoro interno. Per queste ragioni, il sonno deve essere considerato una PRATICA importante, una vera e propria DISCIPLINA (il cosiddetto "Yoga del sonno").

Lo Yoga del sonno.

In genere, è sufficiente dormire 7 ore per notte. Non bisogna andare a coricarsi troppo tardi o troppo stanchi.

Alla sera, non bisogna bere alcolici, o fumare, o fare discorsi troppo impegnativi o, in genere, impegnare troppo i 5 Centri. La cena dev'essere leggera.

Prima di coricarsi, bisogna terminare tutto ciò che può essere terminato, possibilmente senza lasciare nulla in sospeso per il giorno dopo. Bisognerebbe poter concludere la giornata come se fosse l'ultima della nostra vita.

E' utile ascoltare, senza identificazione, un po' di musica dei grandi classici.

Ci si metterà a letto con il capo rivolto a nord e in una stanza contenente i tre colori fondamentali (rosso, blu e giallo).

Si rilasserà il corpo e ci si metterà in relazione con il 3% di Essenza, invocando contemporaneamente la Madre Divina ("Madre mia vieni a me").

Ci si concentrerà sul cuore e si aspetterà tranquillamente il sonno vivendo l'istante. Inizialmente si resterà supini; successivamente, è preferibile assumere la cosiddetta "posizione del leone": appoggiati sul fianco destro, con la testa rivolta a Nord, le gambe vengono tirate lentamente verso l'alto piegando le ginocchia. Si piega in alto anche il braccio destro e si colloca la guancia destra sul palmo della mano destra, mentre il braccio sinistro riposa sulla gamba sinistra (vedi figura qui sotto).

B) I SOGNI

Il sogno è tuttora un fenomeno dal significato oscuro per la scienza ufficiale ed accademica. Esso si accompagna ad un particolare stato bioelettrico della corteccia cerebrale, registrabile elettroencefalograficamente, presente più volte in modo ricorrente nel corso del sonno ed abbinato ad attività motoria dei muscoli oculari estrinseci (fase "REM", o dei rapidi movimenti oculari).

In un periodo relativamente recente (anni '50), la ricerca sperimentale ha permesso di accertare che la frequenza e la durata dei periodi REM, detti anche "periodi del sogno", non sono sempre gli stessi nel corso della vita.

Dal primo al quinto giorno di vita, l'attività REM occupa il 50% del tempo totale del sonno; dal 5° giorno fino al compimento del primo anno, il 30%; a partire dai due anni di vita in poi, la durata della fase REM è pressoché la stessa, ed è pari a circa il 20% della durata totale del sonno. I bambini prematuri (da 2 a 10 settimane prima del termine) hanno un’attività REM pari a circa il 60% del tempo totale del sonno, che a sua volta dura circa 20 ore nella giornata.

Molti studiosi hanno cercato di indagare sul fenomeno "sogno". Freud, nel secolo scorso, aveva intuito due cose importanti:

Ancor oggi, le sue intuizioni mantengono un'importanza rilevante: il simbolo è considerato il linguaggio con cui il sogno si esprime, e la sua decifrazione è fondamentale per la sua interpretazione. Alcune riserve possono essere mosse alla teoria del sogno costruito sul materiale proveniente dall'esperienza della vita di veglia, la cosiddetta teoria dei "resti diurni": che esperienza della vita di veglia può infatti avere un neonato che dorme praticamente in continuazione e che pure in continuazione sogna? Vedremo che il problema si risolverà facilmente quando daremo al sogno il significato affidatogli dalla tradizione esoterica.

Rimandiamo alla letteratura scientifica specializzata chi volesse continuare questo filone di ricerca.

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Considereremo ora il sogno alla luce della tradizione esoterica.

Se abbiamo presente la struttura del Cosmo nel nostro "sistema", potremo facilmente capire la definizione seguente: il sogno è un'esperienza del Mondo Astrale, effettuata generalmente in modo incosciente e con uno pseudocorpo (detto anche "corpo dei desideri" o "fantasma astrale") .

Mentre il Corpo Fisico giace addormentato, immobile e con i 5 Centri in completo riposo (solo gli occhi si muovono), colui che sogna (cioè il 3% di Essenza libera più il restante racchiuso negli Ego) si reca nel Mondo Astrale Inferiore. Il Corpo Fisico perde momentaneamente la funzione di veicolo di manifestazione e l'Essenza vi resta collegata soltanto attraverso un cordone di sostanza eterica, e quindi invisibile, denominato "cordone argenteo" (ANTAKARANA per l’Indostan). Ciò consente in ogni momento, in caso di necessità, il rientro immediato della persona che sogna nel proprio Corpo Fisico. L'Antakarana, che di norma resta "arrotolato" all’interno dello spazio psicologico della persona, può allungarsi o "srotolarsi" senza limite, permettendo qualsiasi esperienza nel tempo e nello spazio. Ricordiamo che nel Mondo Astrale lo spazio/tempo si riduce a un punto matematico privo di materia, e che pertanto in esso è possibile volare, penetrare nei corpi e trasportarsi ovunque nel passato e nel futuro.

(per ingrandire l'immagine, cliccarci sopra)

L'esperienza del sogno rappresenta quindi una sorta di "sdoppiamento". Il sognatore, pur rimanendo collegato al Corpo Fisico, suo abituale veicolo di manifestazione, ne assume un altro, il Corpo Astrale Lunare, detto anche Corpo dei desideri o Fantasma astrale. In realtà, il Corpo Astrale Lunare non è un vero veicolo, paragonabile, per esempio, al Corpo Astrale Solare. Il "fantasma astrale" è una struttura assai vaga, costituita dagli Ego e dalla percentuale di Essenza libera di chi sogna tenuti, per così dire, insieme dall'Antakarana. Struttura che andrebbe completamente dispersa se l'Antakarana fosse tagliato.

Generalmente, il Corpo Astrale Lunare non è un Corpo cosciente e consapevole. Infatti, il suo 3% di Essenza libera è addormentato esattamente allo stesso modo in cui è addormentato nello spazio psicologico allo stato di veglia. Ciò significa che colui che nella vita di veglia ha la Coscienza addormentata, ha la Coscienza addormentata anche nel sogno: in esso egli non sarà presente e l'esperienza sarà gestita unicamente dagli Ego che, in modo completamente meccanico, eseguiranno la loro rappresentazione priva di senso, spinti solo dalla loro energia individuale.

Ora, se vogliamo che il sogno diventi un'esperienza utile per il lavoro interno, sono necessarie due cose:

1) che il sogno sia vissuto in modo cosciente;

2) che al mattino esso possa essere ricordato.

 

Il sogno cosciente. (Il sogno tantrico. Lo Yoga del sogno)

Perché il sogno possa essere vissuto in modo cosciente e consapevole, è indispensabile:

1) vivere in modo cosciente la vita di veglia (si veda quanto già detto a proposito del sonno), mantenendosi in autoricordo e autoosservazione di istante in istante, nel pieno utilizzo dei 5 sensi e nel perfetto equilibrio dei 5 Centri;

2) addormentarsi secondo le regole dello Yoga del sonno.

Successivamente, si potrà anche utilizzare uno dei due metodi seguenti:

1) addormentarsi cercando di ritornare in un sogno compiuto nella notte precedente, con lo scopo di completarlo o di chiarirne qualche aspetto oscuro; in tal caso ci si addormenterà profondamente concentrati sulla scena del sogno in cui si vuole entrare;

2) addormentarsi utilizzando il cosiddetto "elemento iniziatore del sogno", cioè quell'elemento (persona, situazione, oggetto) che l'analisi dei diversi sogni dimostrerà essere in comune con tutti; in tal caso ci si addormenterà profondamente concentrati sull'elemento iniziatore.

Un sogno può dirsi cosciente quando il sognatore:

a) riesce a ripetere intenzionalmente un sogno fatto in precedenza;

b) riesce ad essere attivo nel suo sogno e a costruire scene diverse;

e) riesce a separarsi volontariamente dalla scena del sogno per condurre delle ricerche autonome.

Chi investiga nei sogni coscientemente scopre ben presto che essi si rivelano attraverso quattro tappe consecutive (le quattro luci del sogno):

1) La "luce della rivelazione": il sogno incomincia a rivelarsi attraverso il suo linguaggio simbolico, analogico, drammatico ecc.;

2) la "luce dell'accrescimento": la scena del sogno si comprende meglio, i riferimenti agli Ego e ai Centri coinvolti diventano più chiari;

3) la "luce della realizzazione immediata": si scopre il crudo realismo dei Mondi Interni, senza abbellimenti o meccanismi elaborativi; l'Ego appare in tutta la sua evidenza;

4) la "luce dell'illuminazione interiore profonda": il sogno si rivela come stato di estasi mistica.

 

Il ricordo dei sogni.

Diamo adesso qualche suggerimento per ricordare i sogni della notte.

1) Coricarsi ed addormentarsi secondo le regole del sogno cosciente.

2) Al risveglio, restare immobili; con i primi gesti automatici il ricordo del sogno spesso si dilegua.

3) Cercare di svegliarsi spontaneamente. Le prime volte, però, può tornar utile posizionare qualche sveglia nel cuore della notte, perché un sogno interrotto si ricorda meglio.

4) Cercare di ricordare i sogni subito, non appena svegliati, facendo la retrospezione della notte sempre immobili nel letto. Più infatti passa il tempo, più evidente si fa il processo di "elaborazione secondaria" del sogno".

5) Se non si ricorda nulla, pronunciare il mantra RA-OM GA-OM con grande concentrazione.

6) Trascrivere i sogni così ricordati in un apposito quaderno, che deve restare di uso assolutamente personale e che dovrà essere riletto e studiato dall'interessato periodicamente (per esempio, una volta al mese). Pertanto, il quaderno servirà soltanto al sognatore; egli potrà, analizzando i sogni, scoprire analogie, elementi ricorrenti, svelare simboli, rivelare Ego, evidenziare i Centri maggiormente squilibrati ecc..

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Il sogno è un'esperienza privata che non si racconta a nessuno. Ciò, per almeno tre motivi:

1) I simboli di un sogno possono essere scambiati per realtà da una persona esterna e suscitare equivoci, gelosie, risentimento, invidia ecc.;

2) nessuno è in grado di interpretare i sogni di un altro perché, salvo poche eccezioni, non esistono simboli decifrabili in modo univoco: ognuno di essi possiede un significato personale ed individuale, che va svelato caso per caso dall'interessato;

3) raccontare i propri sogni presuppone sempre protagonismo, curiosità e mitomania.

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I sogni possono essere di due tipi, entrambi ugualmente importanti, se compiuti in modo cosciente, per il lavoro interno:

  1. sogni meccanici;
  2. esperienze dell'Essere.

 

SOGNI MECCANICI

Sono quei sogni collegati ai cinque Centri della macchina umana (specialmente al Centro Motore) e che ripetono in modo incoerente, frammentario e paradossale la vita di tutti i giorni. Essi sono dunque espressione dei diversi Ego che, durante il giorno, si esprimono nei diversi Centri e che agiscono nel movimento, nelle viscere, nell'intelletto, negli stati d'animo, nei muscoli e nel sesso e che, di notte, mentre il Corpo Fisico dorme, continuano ad agire con il desiderio.

E’ importante riuscire a ricordare tali sogni e a rendersene coscienti, perché attraverso di essi è possibile risalire agli Ego che li hanno generati e ai Centri che li hanno subiti senza l'interferenza della mente che, in una normale retrospezione o autoanalisi, tende sempre a giustificare e a scusare.

Si capisce, quindi, l'importanza data da Freud ai sogni come elemento di analisi suo sistema psicoanalitico. Si capisce anche il detto di Platone: L'UOMO SI CONOSCE DAI SUOI SOGNI.

Dei cinque meccanismi di elaborazione primaria, i sogni meccanici utilizzano soprattutto:

la concentrazione (fatti dispersi durante il giorno vengono concentrati nel sogno in un'unica scena), la dispersione (accade il contrario), lo spostamento dell'accento (un Ego non si fa scoprire perché l'azione si accentra attorno ad un altro Ego minore o già smascherato), la trascrizione simbolica (l'Ego prende l'aspetto di un animale, di un oggetto, di un elemento naturale ecc.). A quest'ultimo meccanismo va rivolta un'attenzione particolare: se infatti il simbolo non viene decifrato, l'Ego non viene scoperto. I simboli vanno studiati come si studia un alfabeto. Per esempio: la Paura nel Centro Intellettuale può essere espressa da una gabbia; la Paura nel Centro Emozionale, dal pianto; la Paura nel Centro Motore, da un inseguimento, e così via.

L'abitudine di trascrivere questi sogni sul quadernetto rappresenta una vera e propria AUTORIVELAZIONE.

 

ESPERIENZE DELL’ESSERE

Non tutti i sogni sono espressione di Ego. Alcuni riflettono certe esperienze che l'Essenza compie nel Mondo Astrale. L'Essenza compie sempre molte esperienze nel Mondo Astrale; quasi mai, però, esse sono vissute dal sognatore in maniera cosciente, né al risveglio vengono ricordate. Ciò accade perché questi sogni particolari, veri messaggi dell'Essere interno, si trovano associati a due Centri che sono poco usati dalle persone comuni e correnti: il Centro Intellettuale Superiore e il Centro Emozionale Superiore. Tali Centri sono perfettamente sviluppati in tutte le persone, ma il loro utilizzo dipende dal livello dell'Essere di ciascuno e dalla sua capacità di entrare in relazione stabile con il 3% di Essenza libera. Ciò non toglie che chiunque possa fare, anche in maniera inaspettata, l'esperienza di questi sogni interessanti.

In certi casi, rari, l'Essere si presenta più o meno direttamente. In altri casi esso si presenta nel contesto di scene variamente elaborate. Particolare attenzione va quindi posta ai sogni contenenti una intensa formulazione drammatica (che è un meccanismo di elaborazione primaria non molto utilizzato dai sogni meccanici). Molto interessanti, poi, risultano quei drammi che sembrano appartenere ad altri secoli e che si svolgono in ambienti molto dissimili da quelli pertinenti alla vita di veglia del sognatore. Attenzione va posta anche a scene di riunioni, discussioni, assemblee, cerimonie che si svolgono in luoghi insoliti (templi, palazzi, piramidi ecc.) e che coinvolgono persone anziane, strane, sconosciute.

Il linguaggio di questi sogni è fondato principalmente sulla simbologia, sulla numerologia, sulla legge delle corrispondenze, sulle analogie dei simili e dei contrari. Chi vuole rendersi consapevole dei messaggi dell'Essere deve dunque dedicarsi allo studio dei simboli e dei numeri. E ciò diventa sempre più difficile in un mondo che tende progressivamente ad appiattire ogni linguaggio interiore anche nelle espressioni artistiche, che ne costituivano fino a pochi anni fa il serbatoio tradizionale.

"Le immagini astrali riflesse nello specchio magico dell'immaginazione non devono mai essere tradotte alla lettera, visto che sono solo rappresentazioni simboliche delle idee archetipali e devono essere utilizzate nello stesso modo in cui un matematico utilizza i simboli algebrici"

 

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