IL PRIMO FATTORE PER LA RIVOLUZIONE DELLA COSCIENZA:

PARTE PRIMA: "IL RISVEGLIO DELL'ESSENZA"

 

Il ritorno consapevole all’Assoluto è, come abbiamo visto, l’obiettivo principale del lavoro interno finalizzato all’autorealizzazione del singolo. Detto in termini gnostici, è la salvezza ottenuta per mezzo della conoscenza. E abbiamo anche già più volte accennato a come tale salvezza, raggiunta attraverso la eliminazione totale e definitiva dell’Ego dallo spazio psicologico individuale, debba necessariamente presupporre, accanto all’intervento diretto e gratuito dell’Assoluto che salva attraverso i poteri dei suoi molteplici aspetti, anche lo sforzo cosciente e volontario dell’uomo.

Tale condizione di combattimento interiore, denominata morte dell’Ego, viene raffigurata, nell’arte e nelle diverse espressioni umane, mediante un ricchissimo materiale simbolico: angeli armati (san Michele), santi armati (san Giorgio), divinità armate (Mitra), testi sacri di argomento guerresco (Bagavad Gita), racconti cavallereschi (Don Chisciotte), racconti mitologici (ciclo cretese), rappresentazioni popolari e folkloriche (tauromachia) e, in genere, da una quantità di lance, spade, pugnali, scudi, celate ecc. che spesso formano gli elementi base di molti stemmi gentilizi e nobiliari.

 



 

Le scuole iniziatiche, consapevoli del ruolo centrale che l’insegnamento relativo all’eliminazione dei difetti detiene nel processo di autorealizzazione, hanno da sempre ricercato numerosi metodi pratici e numerose "vie" capaci di portare alla dissoluzione degli aggregati psichici. Ad esempio, la via ascetica, che prevede forme anche severe di mortificazione del corpo fisico; la via mistica, che privilegia la preghiera, la meditazione e la ricerca del trascendente; la via attiva, in cui l’Ego viene combattuto, tenendo conto delle sue conseguenze karmiche, con opere concrete di umana solidarietà; la via etica, che conduce all’istituzione e all’osservanza di codici di comportamento morale; la via esoterica, che trae origine dall’interpretazione "segreta" della Tradizione; la via dell’armonia in cui si privilegiano gli aspetti psicologici e relazionali; ecc. ecc..

Tali vie sono inevitabilmente parziali e, affrontando il problema della dissoluzione dell’aggregato psichico da un’unica visuale, talvolta anche molto ristretta, portano chi le segua separatamente a risultati quasi sempre provvisori ed insoddisfacenti.

Non si tratta, allora, di seguire una determinata "via", quanto piuttosto di riconoscere in tutte un unico grande sforzo prodotto dall’uomo nel corso della storia alla ricerca della propria liberazione, e di riconoscere in questo sforzo le linee direttive che consentano di conseguire la "morte dell’Ego". Il sincretismo gnostico permette così di evidenziare TRE FATTORI di autorealizzazione, sparsi negli insegnamenti delle diverse scuole, tutti e tre determinanti per l’eliminazione degli Aggregati psichici. Essi sono stati denominati dal Maestro esoterista Samael Aun Weor "I TRE FATTORI PER LA RIVOLUZIONE DELLA COSCIENZA" e sono riassunti nei concetti di morte, nascita e sacrificio. Il loro significato generale è il seguente:

MORTE: è intesa non nel senso di morte fisica, ma in quello di morte mistica e allude al concetto del "rinnegamento di sé" espresso in Matteo16, 24: <Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso...>. Faccia, cioè, quanto è possibile per rinnegare gli Aggregati psichici (il me stesso), combattendoli con ogni mezzo psicologico e spirituale. Non si creda, tuttavia, che tali sforzi riescano da soli a distruggere tutti gli Aggregati. L’ammonimento di Gesù, infatti, continua: <...prenda la sua croce e mi segua>, avvertendo così dell’esistenza di altre due condizioni (gli altri due Fattori) indispensabili all’impresa. Per quanto riguarda la prima condizione, la morte mistica alla quale adesso ci riferiamo, non essendo essa in grado di distruggere completamente l’Ego, ma solo di distruggerlo in parte, viene chiamata anche decapitazione psicologica: all’Ego viene tolta solo la testa, la forza principale, ma non tutta la forza.

NASCITA: anche in questo caso, non si tratta della nascita del corpo fisico, ma della nascita dei cosiddetti corpi esistenziali superiori dell’Essere, cioè dei Corpi Interni. Più che una nascita è quindi una trasformazione radicale che porta alla formazione di un uomo nuovo , capace di possedere tutte le qualità necessarie all’investigazione profonda dell’Ego e all'esplorazione del Cosmo, fino al Pleroma. Gli stessi processi alchemici di trasmutazione energetica, che stanno alla base della formazione dei Corpi, sono anche capaci, attraverso l’attivazione di forze spirituali, di eliminare in modo totale e definitivo, anche nei dettagli, ciascun Ego in precedenza profondamente investigato. Se quindi, con il primo Fattore, l’Ego viene soltanto decapitato, con il secondo viene completamente distrutto e ridotto a polvere cosmica.

SACRIFICIO: il terzo Fattore, il sacrificio per gli altri, agisce sulle conseguenze dell’Ego e ne annulla gli effetti karmici. Sappiamo, infatti, che il Karma negativo si paga generalmente con la sofferenza ed il dolore, ma anche con le opere di misericordia. L’amore e il sacrificio disinteressato per l’umanità, compiuto attraverso le buone opere costituisce quindi una valida alternativa a quella vita di sofferenza che impedisce il superamento delle ricorrenze ed è causa del perpetuarsi dell’Ego.


CRISTO BENEDICENTE, particolare del soffitto del Duomo di Gorizia. Le tre dita messe in evidenza nella benedizione della tradizione cristiana occidentale sono una esplicita allusione ai 3 Fattori.


I TRE FATTORI non devono restare una teoria. Per condurre alla rivoluzione della Coscienza essi devono esser messi in pratica in modo estremamente concreto. Tuttavia, la pratica dei TRE FATTORI è diversa da individuo a individuo e lo sforzo e il sacrificio individuale varia in rapporto al Livello dell’Essere di ciascuno.

Oltre a ciò, i Tre fattori, per dare i loro frutti, devono sempre venir praticati insieme.

La loro pratia disgiunta conduce a risultati non solo insoddisfacenti, ma addirittura controproducenti. Praticare, infatti, il primo Fattore senza il secondo porta ben presto ad un inaridimento del lavoro interno per mancanza delle esperienze interiori profonde assicurate dalla presenza del Corpi Esistenziali Superiori dell’Essere. Il secondo Fattore senza il primo porta lentamente verso pratiche di magia nera per l’acquisizione meccanica di facoltà particolari la cui gestione, invece di passare progressivamente sotto il controllo dell’Essenza, resta nelle mani dell’Ego.


1° tipo: è l’uomo comune e corrente che non possiede alcun vero anelito spirituale e che vive nel sonno della coscienza;

2° tipo: è colui che, attraverso il 2° Fattore, ha sviluppato meccanicamernte il Corpo Astrale Solare senza aver però contemporaneamente lavorato seriamente i propri difetti psicologici;

3° tipo: è colui che, allo stesso modo, ha sviluppato meccanicamente il Corpo Mentale Solare;

4° tipo: è colui che, allo stesso modo, ha sviluppato il Corpo Causale Solare senza eliminazione dell’Ego. Poiché il Corpo Causale Solare si sviluppa solo coscientemente (e non già, come gli altri Corpi, meccanicamente), questo tipo di Hasnamuss è proprio di colui che si è risvegliato coscientemente nel male e per il male, e che quindi può essere definito giustamente "mago nero".


D’atra parte, la mancanza del terzo Fattore, conducendo ad un insostenibile aumento dei debiti karmici e del livello di sofferenza, rende impossibile la pratica degli altri due. E così via.

 

CONDIZIONE PRELIMINARE ALLA PRATICA DEI TRE FATTORI: IL RISVEGLIO DELL’ESSENZA

L’azione salvifica dei Tre Fattori si realizza, in accordo con la Legge del Tre, per mezzo di tre forze:

Non è quindi sufficiente possedere l’anelito spirituale alla salvezza, ma occorre mettere in pratica l’insegnamento, come è ben spiegato dalla parabola evangelica del giovane ricco, dall’ esempio della cruna dell’ago e dall’episodio della cacciata dei mercanti dal tempio.

Normalmente, l’uomo comune e corrente, pur dotato di aneliti spirituali, possiede solo la terza forza, la forza gratuita dello Spirito. L’uomo giusto, che procura di mettere in pratica l’insegnamento, possiede anche la prima, la forza fisica. Ma la seconda forza, la forza neutra dell’Anima, quella che poi consente il compimento delle altre due, generalmente manca anche in chi persegue il lavoro interno con le più ferme motivazioni. A nulla servirebbe cercare di distruggere l’Ego senza aver prima suscitato la seconda forza, quella del'Anima.

Risulta allora necessario che la pratica dei Tre fattori, per essere veramente efficace in chi desideri sinceramente la propria "liberazione", sia preceduta dal risveglio della seconda forza. Ciò significa che a questo punto è indispensabile porsi in relazione stabile con il 3% di Essenza, embrione dell’Anima, e costituire con essa un centro di gravità permanente attraverso l’ AUTORICORDO COSTANTE.

Data quindi l’importanza del lavoro psicologico individuale, ricapitoleremo nella tabella seguente, lasciata di proposito incompleta per permettere a chi lo desiderasse di aggiungervi altre voci in accordo al livello della propria comprensione, le principali tecniche, già descritte in questo libro, capaci di determinare il risveglio dell’Essenza. Inoltre, per favorire lo stato di autoricordo e per facilitare ancor più il ricercatore nella scoperta di se stesso, forniremo la traccia di una pratica più complessa (pratica del tempio cuore) a cui potrà fare ricorso ogniqualvolta sentirà il bisogno di porsi in relazione con la propria Essenza.

 


TABELLA 1: COMPORTAMENTI UTILI AL FINE DEL RISVEGLIO DEL 3% DI ESSENZA

 

VIVERE L’ISTANTE

FARE UNA COSA ALLA VOLTA

RUOTARE I CENTRI UTILIZZANDO AL MASSIMO I 5 SENSI

STARE A CONTATTO DELLA NATURA

REALIZZARE LA CHIAVE DI S.O.L.

ALIMENTARSI BENE

NON BERE ALCOLICI

NON FUMARE

PROGRAMMARE LA GIORNATA

RIDURRE I BISOGNI ED I CONSUMI

SEMPLIFICARE LA PROPRIA VITA

RINUNCIARE A QUALCHE COMODITA’

NON IDENTIFICARSI CON I PROPRI EGO

ESSERE DISTACCATI DAL DENARO

NON MENTIRE

TENERE UN DIARIO

ASCOLTARE MUSICA CLASSICA

ESEGUIRE LA PRATICA DELLO "STOP"

ESSERE PUNTUALI

ESSERE DISPOSTI ALLE NOVITA’

CERCARE IL SILENZIO

ESEGUIRE LA PRATICA DEL "SALTINO"

ABITUARSI ALLA SOLITUDINE

ABITUARSI AL DIGIUNO

NON SOLLECITARE TROPPO LA MENTE

PRATICARE SPESSO IL RILASSAMENTO

ESSERE ATTENTI, EVITARE LA DISTRAZIONE E LA FANTASIA

RICORDARE I SOGNI

USCIRE COSCIENTEM. IN ASTRALE

EVITARE LITI E DISCUSSIONI

EVITARE I RICORDI INUTILI

ACCORGERSI DEI PROPRI EGO

CHIEDERSI: DEVO? VOGLIO? HO VOGLIA?

CHIEDERSI: CHI MI FA COMPIERE CIO’? L'EGO O L'ESSENZA?

PRATICARE LA SESSUALITA’ NORMALE E RINUNCIARE ALL'INFRASESSUALITA'

ABITUARSI AL SACRIFICIO

 


PRATICA DEL TEMPIO-CUORE

Cercheremo un luogo tranquillo ed appartato della casa ed un momento adatto, in cui sia presumibile che nessuno ci disturbi.

Ci distenderemo al suolo (o su un letto, su un materassino) in decubito dorsale (a pancia in su), preferibilmente con il capo rivolto a nord, con le braccia adagiate lungo il corpo, con i palmi delle mani rivolti a terra e un po’ scostati dai fianchi.

Ci isoleremo perfettamente dall’ambiente circostante, chiuderemo gli occhi e rilasseremo profondamente il corpo fino ad arrivare al completo riposo di tutti i suoi tre livelli, motorio, emozionale ed intellettuale.

Chiederemo alla nostra Madre Divina Individuale di aiutarci e di assisterci nel corso della pratica e lasceremo che Ella si presenti a noi nell’aspetto di Iside, Maria, Stella maris, Ram-io ecc. ecc.; in quell’aspetto, cioè, il cui atomo risiede nel cuore. La immagineremo il più accuratamente possibile, in tutti i dettagli.

Ci concentreremo finalmente sul nostro cuore.

Lo immagineremo dapprima nella forma di muscolo che batte e sentiremo in mezzo al petto la sua pulsazione tranquilla, automatica e regolare.

Lasceremo che la nostra immaginazione passiva a poco a poco lo trasformi e che gli faccia assumere l’aspetto di un TEMPIO, l’aspetto del nostro tempio-cuore.

Ci abbandoneremo sempre più alle facoltà dell’Essenza e ci lasceremo trasportare da essa verso l’interno del tempio. Probabilmente saliremo una scalinata, ci affacceremo nel vestibolo, ci faremo riconoscere dal Guardiano, saluteremo con un cenno del capo le due colonne (Jakin-Boaz) che si trovano a destra e a sinistra del portale d’ingresso.

Entreremo quindi nel tempio, compiendo nel suo interno i sette passi sacri e cercando di adattare gli occhi all’oscurità.

Scorgeremo un piccolo punto luminoso in lontananza e ad esso ci dirigeremo. Mentre ci avvicineremo, la luce diventerà sempre più evidente, nitida e brillante.

ADESSO CI FERMIAMO. LA LUCE E’ ABBAGLIANTE E RIEMPIE COMPLETAMENTE I NOSTRI OCCHI. CI LASCIAMO PENETRARE DALLA PACE E DALLA COMMOZIONE DEI CENTRI SUPERIORI. IN QUELLA LUCE TROVIAMO CIO’ CHE ABBIAMO SEMPRE CERCATO, NOI STESSI, LA NOSTRA ESSENZA, IL NOSTRO ESSERE REALE. DAVANTI AD ESSO, RIVERENTI, FUORI DAL TEMPO E DALLO SPAZIO, CI PROSTRIAMO IN CONTEMPLAZIONE PROFONDA.

Ritorneremo quindi lentamente sui nostri passi, verso il portale d’ingresso, e usciremo fuori nel sole. Scenderemo la scalinata.

Riprenderemo poi il possesso del nostro cuore come muscolo, lo sentiremo di nuovo battere regolarmente e tranquillamente in mezzo al nostro petto.

Riprenderemo quindi possesso del nostro corpo, lo sentiremo pesante e rilassato nelle gambe, nelle braccia, nel tronco. Resteremo ancora per qualche tempo distesi, privi di pensieri e di emozioni, ed in contatto soltanto con i Centri Superiori.

Riprenderemo infine il nostro tono muscolare normale, mettendo in attività i Centri Inferiori. Programmeremo nella mente, successivamente eseguendoli, alcuni movimenti: stringeremo a pugno le dita delle mani, piegheremo gli avambracci sulle braccia, piegheremo le ginocchia, tireremo un profondo respiro e, infine, apriremo gli occhi.

Ritorneremo alla vita attiva cercando di non perdere il ricordo del nostro Essere.

 

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