La lotta contro i propri difetti è il tema centrale di ogni percorso di autorealizzazione. Da sempre l'umanità ha rappresentato tale lotta attraverso simboli, personaggi o racconti mitologici: le fatiche di Ercole, il Minotauro, Giasone, Diana cacciatrice, S. Giorgio, S. Michele ecc. ecc.. Di solito si tratta di mostri o draghi da combattere, imprese pericolose da superare, guerre da ingaggiare (Iliade, Bagavad Gita).
Per esperienza comune, i difetti non si lasciano vincere facilmente. Certamente, sperare che si attenuino con il tempo è una illusione: con il tempo, i difetti non possono che accentuarsi. Bisogna, invece, trovare un metodo per la loro eliminazione radicale.
Numerose sono le tecniche proposte in tal senso, ma nessuna, alla prova pratica, si dimostra realmente efficace: nonstante, gli sforzi, i proponimenti, le repressioni interiori, alla fine i difetti quasi sempre vincono e, anzi, diventano più forti. Come dice l'esempio evangelico, per un diavolo cacciato, sette nuovi diavoli sono pronti ad entrare, e trovano una casa accogliente e spazzata.
L' ALCHIMIA offre una strada alternativa realmente efficace. L'Alchimia vera non si interessa dell'oro materiale, bensì dell'oro dello spirito. Chi comprende il messaggio alchemico e lo mette in pratica trova il segreto (la "pietra filosofale") per la propria autorealizzazione.
L'emblema n. XXV qui proposto è molto chiaro per chi abbia una conoscenza anche sommaria dei simboli alchemici. Esso dice: il drago (il difetto) non muore se non viene ucciso dal lavoro della coppia fratello-sorella, che sono sole e luna.