LA CORRENTE DEL SUONO

 

    Prima di tutto,  penso che sia necessario cambiare. Dobbiamo uscire dallo stato in cui ci troviamo e pertanto è urgente una trasformazione totale e definitiva.  Senza dubbio, però, nessun cambiamento si verifica senza uno choc speciale. Dobbiamo sapere che le sette note DO RE MI FA SOL LA SI si trovano in relazione con tutti gli eventi della vita. DO RE MI implicano di fatto una serie di successi; tuttavia, tra il MI e il FA c'è una pausa. Continuando, FA SOL LA sono le note seguenti, e tra il LA e il SI c'è un'altra pausa. Se qualcuno nella vita si prefigge di realizzare un programma, dovrà cominciare inevitabilmente con la nota DO per proseguire poi con le note RE e MI. Arrivato a questo punto, incontra delle difficoltà, degli inconvenienti:  la pausa tra la nota MI e la nota FA. La corrente del suono tende qui a tornare al punto di partenza originario.

Come conseguenza o corollario, è logico che lo sforzo iniziale, il progetto che ci eravamo proposti, venga sovvertito; però, se uno si lancia in un nuovo sforzo per superare la pausa e dalla nota DO arriva fino al FA, è evidente che si manterrà in linea retta ed ascendente fino a quando l'impulso che stava all'inizio dello sforzo non avrà avuto pieno successo.

Arriva così il momento delle note FA SOL e LA; però, tra il LA e il SI esiste di nuovo una pausa e se non si rinforza l'impulso primitivo, la corrente del suono ritornerà al punto di partenza mandando all'aria tutto il lavoro o il progetto. Molto importante è pertanto la giusta comprensione delle sette note della scala musicale. E' formidabile il concetto della corrente del suono. Bisogna fornire uno choc al suono tra le note MI e FA e un altro tra le note LA e SI. Abbiamo sempre bisogno di uno choc che ci permetta di esistere e di ottenere un cambiamento, una trasformazione. Un bambino nasce, viene al mondo, e il primo choc che riceve è determinato dall'aria che respira per la prima volta. Inalando l'aria, ricevendola per la prima volta, il bambino comincia a vivere. Tutti, insomma,  abbiamo bisogno di questo choc puramente fisico per iniziare a esistere. Però, se invece di respirare ossigeno, azoto ecc., respirassimo monossido di carbonio, si produrrebbe lo stesso uno choc;  ma questo non sarebbe ben accettato dal corpo e subentrerebbe la morte.

In quanto alla nostra tanto decantata civiltà moderna,  succede che avremmo bisogno di uno choc per non morire, per non essere distrutti. Solo in questo modo potrebbe essere garantito il passaggio ad un'altra civiltà immensamente superiore alla nostra. Solo cosi la nostra civiltà agonizzante potrebbe non morire. Bisognerebbe trovare il giusto tipo di choc in modo da poter trasformarci e continuare a esistere. Ma non lo abbiamo ancora scoperto. Ovviamente, è chiaro, tenderemo a morire per la mancanza di questo choc.

Cercheremo adesso di considerare l'uomo alla luce della Genesi. Solo in questo modo potremo comprendere che tipo di choc ci sarebbe necessario per l'Autorealizzazione Intima. Cosa dice la Genesi? Dice che: "In principio Dio creò il cielo e la terra". Gli illustri ignoranti suppongono che ci si riferisca esclusivamente al cielo macrocosmico e alla terra fisica, questa terra in cui viviamo. Non nego che ci si riferisca ad essa, tra le altre cose; però, più specificamente, la Genesi si sta riferendo in forma concreta soprattutto al microcosmo Uomo. I Cieli sono gli stati di coscienza dentro noi stessi, dentro l'uomo nei suoi livelli superiori. Riguardo alla Terra, essa é il corpo fisico dell'uomo, la Terra Filosofica citata dagli alchimisti medioevali, la Terra Filosofale. Cosi vediamo che la frase "In principio Dio creò il cielo e la terra" significa: in principio creò gli stati di coscienza superiori dell'uomo e il corpo fisico dell'uomo.

    La Genesi continua: "La terra era informe e vuota e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque". A cosa si allude qui? Semplicemente al bipede tricebrato o tricentrico, erroneamente chiamato uomo, all'"animale intellettuale" che è terra informe e vuota, che tiene la sua mente in completo disordine, che è un vero caos, che crede soltanto a ciò che dicono i cinque sensi, che vive nel mondo delle passioni animali, che niente conosce attorno al Reale, attorno all'esoterico, che è assolutamente ignorante, che mai ha saputo accogliere un raggio di luce ecc. Questo è l'uomo comune e corrente, l'uomo del mercato, della piazza pubblica, l'uomo comune di questa terra citato da uno dei nostri Rituali Gnostici di secondo grado, il tipo sensuale e grossolano. E' l'esemplare tipo della vita umana, di tutta la vita, di tutti i milioni di esseri umani e umanoidi che attualmente vivono sul pianeta.

Come uscire da questo stato? Immaginiamo per un momento di sollevarci, di salire in cima a una torre per vedere la moltitudine umana. Come fare perché questa moltitudine esca dallo stato in cui si trova? Non c'é dubbio che ciascuna di queste persone, che assieme forma la moltitudine, è terra informe e vuota, questo è evidente. Come fare? Ci sarebbe bisogno di uno choc speciale, solo cosi potrebbe nascere la possibilità di un cambiamento.

La Genesi dice che Dio creò la luce e disse: "Sia la luce; e la luce fu" e che separò la luce dalle tenebre. A quali tenebre si riferisce la Genesi? Alle tenebre che stanno dentro noi stessi, dentro la Terra Filosofica. Però, che tipo di tenebre sono? Queste tenebre sono costituite dagli aggregati psichici inumani che si organizzano nei nostri difetti psicologici;  IRA, CUPIDIGIA, LUSSURIA,  INVIDIA, ORGOGLIO, PIGRIZIA, GOLA. Bene, ho citato unicamente i sette peccati capitali, ma questi si moltiplicano per sette e a loro volta questi ancora per più e più volte, perché siamo LEGIONE.

Riflettiamo su cosa siano in realtà gli aggregati psichici. Virgilio, il poeta di Mantova, disse: "Anche se avessimo mille lingue per parlare e un palato d'acciaio, non riusciremmo a enumerare tutti i nostri difetti". Essi costituiscono le tenebre che portiamo al nostro interno. Separare la luce dalle tenebre è qualcosa di tremendo, questa luce è la Coscienza, è la Coscienza superlativa dell'Essere; toglierla dalle tenebre, cioè disimbottigliarla, estrarla da ciascun aggregato psichico inumano, di fatto implica terribili supersforzi che bisogna realizzare dentro se stessi, dentro noi stessi qui e ora.

Separare la luce dalle tenebre! Ciò significa distruggere tutti quei ricettacoli dentro i quali sta nascosta l'Essenza, disintegrare questi aggregati, polverizzarli perché la luce dell'Essenza diventi libera. Questo è ciò che si intende con "separare la luce dalle tenebre". "E chiamò la luce giorno, e le tenebre (dell'ignoranza e dell'errore) notte".

Bisogna saper comprendere, e credo che i fratelli incomincino a capire. Continuando ancora, vediamo che, nella Genesi, il Creatore, cioè l'Elohim, separa le acque. Dividere le Acque Superiori dalle Acque Inferiori è un concetto tipico dell'Alchimia. Ovviamente, in noi esiste il mercurio grezzo, cioè il minerale allo stato bruto. Quando il mercurio grezzo (che non é altro che l'Exiohehari, cioè lo sperma sacro o, in altri termini, l'insieme delle secrezioni delle ghiandole endocrine sessuali) quando questo mercurio grezzo si trasmuta, si trasforma in energia, che poi sale fino al cervello attraversando i suoi specifici canali ben conosciuti dall'anatomia occulta. Questa energia/sostanza che si va innalzando dentro di noi (intendo dire che a questo punto siamo arrivati ad un monismo in cui fra energia e massa non c'é differenza, poiché l'energia creatrice del Terzo Logos è a sua volta anche sostanza, sostanza che sale lungo i canali spermatici fino al cervello), questa sostanza/energia è senza alcun dubbio l'Anima Metallica della sperma sacro, dell'Exiohehari.

L'Anima Metallica della sperma sacro è quindi energia, ma è anche sostanza. Come sostanza, la possiamo definire il Mercurio della Filosofia Segreta, che non è un mercurio secco come quello degli Ego, cioè degli aggregati psichici che impersonificano i nostri errori. No, è un mercurio liquido, acquoso.

Osservando le cose da questo punto di vista, vediamo in che modo le acque mercuriali superiori si sciolgono o si separano dalle acque mercuriali inferiori. In che modo avviene cioè "la separazione delle acque" ("e Dio separò le acque dalle acque", le acque superiori da quelle inferiori). E' chiaro che le acque superiori sono il Mercurio. Ma questo deve passare per diverse fasi prima di essere degno di ricevere lo zolfo. All'inizio, queste acque mercuriali sono infatti nere come il carbone; poi, attraverso un grande lavoro di sublimazione, cioè raffinando il Sacramento della Chiesa di Roma, la Chiesa dell'Amore (perché Roma alla rovescia si legge Amor), si ottiene che le acque nere si trasformino in bianche e poi in gialle.

In alchimia ci sono degli animali che simboleggiano le varie fasi del Mercurio. Quando, all'inizio, il Mercurio è nero, è rappresentato dal corvo nero; quando si trasforma in bianco, è rappresentato dalla colomba bianca; quando poi si trasforma in giallo, è rappresentato dall'aquila gialla; e quando, per ultimo, diventa rosso, è rappresentato dal fagiano rosso.

Cosicché il Mercurio deve passare per quattro fasi: nera, bianca, gialla e rossa. Ciò diventa possibile mediante la sublimazione del lavoro nella Forgia dei Ciclopi. Capite in questo modo cosa sia il Sacramento della Chiesa di Roma; del resto già lo sapete, dal momento che i fratelli che arrivano alla terza Camera si suppongono essere già preparati a comprendere questo tipo di insegnamento superiore; sono infatti già passati per l'Anticamera, la prima e la seconda Camera e ormai si parla loro in forma simbolica, allegorica, anche per vedere se sono capaci di captare l'insegnamento.

Quando il Mercurio si fa giallo, ovviamente riceve lo zolfo. Cos'é questo zolfo? Il Fuoco Sacro. Il Fuoco deve fecondare il Mercurio, in modo che il Fuoco mescolato alla corrente del Mercurio salga per i canali del midollo spinale fino al cervello.

Abbiamo parlato della acque superiori; ma qual è il destino delle acque inferiori? Le acque inferiori, che in principio erano nere, poi riescono a diventare completamente chiare, cristalline come il vetro liquido flessibile e malleabile. Tutto questo è ciò che si dice "separare le acque dalle acque" affinché sorga l'asciutto che si chiama Terra. Ma quale asciutto? A che asciutto ci stiamo riferendo? A quale asciutto allude la Genesi? Ai Corpi Esistenziali Superiori dell'Essere, a questo allude la Genesi. Oltre a ciò il Mercurio, che si innalza per i canali midollari mescolato con lo zolfo, il Fuoco Sacro, assume poi anche una certa quantità di sale, sale sublimato, e il tutto si cristallizza in noi in accordo con la Legge delle Ottave. Bene, in alchimia l'insieme di Mercurio, Zolfo e Sale riceve un ben preciso nome. Lo si chiama AZOE. L'AZOE cristallizza dunque in noi in accordo con la Legge delle Ottave.

In una ottava superiore cristallizza convertendosi in Corpo Astrale, e ciò si verifica e si realizza in accordo con la Legge del Sette, con la Legge ell'eterno HEPTAPARAPARSHINOCK, in accordo cioè con le sette note musicali DO, RE, MI, FA, SOL, LA, SI.

In una seconda ottava il Sale, lo Zolfo ed il Mercurio si cristallizzeranno con le medesime note della scala nel Corpo Mentale e, per ultima, una terza cristallizzazione si completerà nel Corpo Causale o Corpo della volontà cosciente.

Se uno possiede il Corpo Fisico, Astrale, Mentale e Causale, può per tal motivo ricevere dentro se stesso i principi etnici, animici e spirituali capaci di trasformarlo in vero Uomo fatto a "immagine e somiglianza di Dio".

Tutti i processi che appartengono all'alchimia dove si fa allusione all'erba verde e a tutti gli alberi che danno frutto, sono simbolici; ovviamente, ciò che deve dar frutto in noi è l'albero della Conoscenza, l'Albero della Conoscenza del Bene e del Male. Il seme della Conoscenza in noi deve germogliare, la luce dello Spirito deve illuminarci, il Sole Spirituale deve portare a noi la vita.

Alla fine di tutti questi lavori alchemici, disintegrati gli aggregati psichici inumani, eliminati pesci e animali che ci portiamo dentro e fattici re e signori di essi, nel sesto giorno della creazione compare in noi l'uomo "fatto a immagine e somiglianza di Dio". Tuttavia questo non é ancora l'Uomo Vivente. L'uomo del sesto giorno è fatto unicamente a immagine e somiglianza di Dio. L'Uomo Vivente è l'Uomo del settimo giorno, lui si è l'Uomo Vivente, l'Uomo che si è integrato con la Divinità, il Superuomo, il Maestro Risorto. A questo allude (tacitamente, è chiaro) la Genesi. E se, per poterci trasformare in uomini del sesto giorno abbiamo bisogno di uno choc speciale, quello della conoscenza esoterica occulta, ovviamente, per poterci trasformare in Uomini Viventi, necessiteremo di un terzo choc speciale.

Riassumendo,  abbiamo quindi imparato che, perché esista l'uomo fisico, c'è bisogno di uno choc fisico rappresentato dall'aria che si respira al momento di nascere. Perché esista l'uomo fatto a immagine e somiglianza di Dio, è necessario un altro choc, definito dalla   seguente  frase: "Dio disse: sia la luce, e la luce fu, e separò la luce dalle tenebre". Cioè l'uomo, che ancora ignora, ha bisogno di uno choc speciale, di qualcuno che lo porti alla Conoscenza e che gli dia l'insegnamento, ha bisogno di accogliere la luce dell'Esoterismo. Ciò produce in lui quello choc speciale che può trasformarlo più tardi, diciamo convertirlo,  in ciò che si chiama "l'uomo fatto a immagine e somiglianza di Dio": l'uomo del sesto giorno.

Nel settimo giorno le cose cambiano. Per arrivare ad essere un Uomo Vivente, un uomo del settimo giorno, è necessario uno choc ancora più speciale. Un uomo fatto a immagine e somiglianza di Dio, un uomo del sesto giorno, non è un Uomo Vivente. Se un uomo del sesto giorno vuole convertirsi in Uomo Vivente, deve risorgere. E non potrebbe risorgere senza quest'ultimo choc. Deve perciò discendere, calarsi nei mondi inferni fino alla Nona Sfera, per disintegrare i démoni della luna nera.

Già ho spiegato più volte che la luna psicologica ha due facce, una visibile e una invisibile. Perché, come la luna fisica ha due facce, quella che si vede e quella che sta dall'altro lato, similmente voglio dirvi che anche la luna psicologica dentro di noi ha due facce, una visibile e una invisibile, cioè i difetti che saltano all'occhio e quelli più nascosti.

Molti santi, che fecero anche notevoli progressi interni, restarono poi bloccati. Credevano di aver eliminato l'Ego. In realtà, avevano sì distrutto molti elementi inumani della parte visibile della luna psicologica, ma non avevano disintegrato ancora quelli situati nella sua faccia occulta. Si immersero nel Nirvana o nel Mahaparanirava convinti che gli elementi indesiderabili della  loro psiche fossero stati completamente disintegrati o polverizzati. Più tardi dovettero ricredersi, e capirono di non essere ancora giunti alla meta. Restavano vivi ancora molti elementi indesiderabili nella parte occulta della loro luna psicologica e dovettero quindi ritornare al lavoro esoterico.

Cosi, miei cari fratelli, desidero comprendiate bene che, finché non riusciamo ad  eliminare tutti gli elementi indesiderabili della nostra psiche, anche quelli invisibili, continueremo a permanere ancora nella sofferenza. Chi pensa di poter progredire senza dover eliminare i propri aggregati psichici, si trova in un grosso, completo equivoco.

L'uomo fatto a immagine e somiglianza dell'Eterno Dio Vivente che creò il cielo e la terra e tutte le cose che esistono deve per forza ricevere uno choc particolare se vuole veramente trasformarsi in Uomo Vivente. Questo choc non è realizzabile altrimenti che discendendo nella Nona Sfera. Solo lì è possibile ricevere questo choc cosi speciale e, ricevendolo solo lì, diventa poi possibile disintegrare gli elementi indesiderabili che ci portiamo dentro. Questo tipo di lavoro, che è relazionato con la Luna Nera, in esoterismo si chiama "l’Iniziazione di Giuda" oppure "la Passione del Signore".

Indubbiamente,  rari  sono gli esseri umani arrivati a queste altezze. Nonostante ciò, io faccio il mio dovere mostrando a voi il cammino che porta alla liberazione finale, un cammino che non è per mentecatti, non è per gente imbottigliata nei propri studi o nei codici morali utilizzati da tanti umanoidi intellettuali. E' un cammino difficile, pieno di angustia, di dolore o di pericoli imprevisti. Si chiama "cammino stellato" perché e simboleggiato da otto stelle del firmamento. Di questo cammino, Nicola Flamel, l'insigne alchimista medioevale, dice che è "il cammino che conduce a Compostela". E bisogna comprendere cosa significa Compostela. Compo, significa ricevere; stela, sta per stella. Ricevere la Stella. Per poterci trasformare in uomini viventi bisogna dunque ricevere la stella a sei punte, cioè il Sigillo di 'Salomone.

Ciò risulta molto chiaro e ben documentato: il sepolcro dell'iniziato deve risplendere. Non dimenticate che è la Madre Divina Kundalini colei che solleva il Sepolcro degli Iniziati. E quando dico "Sepolcro delgi Iniziati" non mi riferisco al sepolcro fisico, bensì a quello psicologico, quello cioè nel quale devono essere depositati i resti degli Ego distrutti. Essi, abbiamo detto, risplendono nel sepolcro; sono gli Ego della sepoltura e quindi brilla la Stella.

Bisogna saper intendere. Quando dice che va a Compostela, Nicola Flamél si riferisce, tra le altre cose, anche al Mercurio della Filosofia Segreta e all'apostolo Giacomo il Maggiore. Ovviamente, i dodici apostoli di cui parla la Bibbia non sono soltanto i dodici apostoli storici, come suppongono gli illustri ignoranti. No, queste dodici potestà stanno dentro l'Essere di ciascuno,  sono dodici  parti autonome e autocoscienti, perfino indipendenti, del nostro proprio Essere Individuale;  potestà delle quali la più interessante è senza dubbio Giacomo il Maggiore. Giacomo rappresenta il Mercurio della Filosofia segreta. Il Mercurio è il fondamento della Grande Opera. Giacomo è pertanto il Benedetto Patrono della Grande Opera.

I dodici Apostoli esistettero storicamente, non lo nego; però essi simbolizzano, allegorizzano i dodici Apostoli che ciascuno di noi porta nel suo interno. Non per questo voglio dire che tutti i qui presenti abbiano incarnato i dodici apostoli. non voglio affermare questo, sarebbe esagerare troppo dal momento che, per poter incarnare i dodici apostoli, dobbiamo inevitabilmente essere morti, cioè aver distrutto l'Ego animale. Le dodici potestà, ovviamente, furono depositate dal Salvatore nel seno della Divina Madre Kundalini e da lì entrano nel nostro corpo fisico.

Non dobbiamo confondere le dodici potestà con le dodici facoltà. Certamente abbiamo dodici facoltà, ossia i cinque sensi ordinari più le sette Chiese dell'Apocalisse di S. Giovanni. Sono dodici facoltà, non sono le dodici potestà. Però, in un modo o nell'altro, entrambe sono in relazione tra di loro. Cosi, miei cari fratelli, Giacomo rappresenta la Grande Opera. In altri termini, tutti gli insegnamenti che sono in rapporto con la Grande Opera provengono dal Padre di tutte le Luci e giungono alla mente interiore attraverso Giacomo l'Apostolo. Non pensiamo qui al Giacomo storico, sto parlando del nostro Giacomo particolare. All'interno di noi stanno le dodici potestà, i ventiquattro anziani, i quattro elementi ecc. L'Essere di ciascuno di noi sembra un esercito di bambini innocenti. Ognuna delle parti dell'Essere gode di autonomia, autocoscienza e autoindipendenza. Che sia necessario perfezionare tutte la parti dell'Essere questo è certo, profondamente vero, però ciò diventa possibile solo eliminando gli elementi soggettivi delle percezioni.

Perfezionare la parte superiore del proprio Essere: ciò è molto difficile. Chi riesce in tale compito riceve il grado di ISMESH. Sono pochi coloro che arrivano a queste altezze. Dobbiamo cominciare col costruire in noi stessi l'Uomo fatto a immagine e somiglianza del Creatore. Quest'Uomo non potrebbe sorgere senza uno choc speciale, lo choc della GNOSI, quello della luce che ci strappa dallo stato caotico e ci converte in uomini autocoscienti.

Se però ci fermassimo qui, non concluderemmo niente. Abbiamo infatti bisogno di trasformarci in Superuomini. Dobbiamo creare, far sorgere dentro di noi l'Uomo Vivente del settimo giorno. Per far questo occorre un ulteriore choc speciale che gli illustri ignoranti non comprendono. Quando un iniziato, che è un Uomo fatto a immagine e somiglianza dell'Eterno, cerca di trasformarsi in un Uomo Vivente, non è capito. Ora comprendete perché i dodici apostoli sono calunniati. Li calunniano i virtuosi, li calunniano i sacerdoti del tempio e li calunniano gli anziani. Chi sono i virtuosi? Chi i sacerdoti del tempio? Chi gli anziani? Vale la pena di spiegarlo.

Gli scribi, gli intellettuali.. quelli che stanno attaccati a tanti codici rancidi e putridi,  loro sono i falsi virtuosi che condannano gli iniziati. Chi sono realmente gli anziani? Semplicemente sono le persone piene di cosiddetta esperienza, molto giudiziose, che non possono peró assolutamente comprendere gli iniziati. Infine, chi sono i sacerdoti? Sono le persone di tutte le religioni, le persone di tutti i culti.

I dodici santi, le dodici potestà, ovvero i dodici apostoli sono quindi soliti essere calunniati. Loro però marciano fermi e sicuri fin dove devono marciare. Giacomo il Maggiore, il Patrono benedetto della Grande Opera, va diritto per la strada che lo porta a Compostela. Sto parlando in un linguaggio esoterico superiore per coloro che si trovano nella Terza Camera, per chi cioè è sufficientemente preparato a ricevere l’insegnamento.

Cosi, miei cari fratelli, tutti gli choc che riceviamo sono necessari e vitali per la nostra trasformazione. C'é un libro che non si può dare a tutti. Contiene molta saggezza, però nessuno lo capisce. Tutti lo possono comprare sulle bancarelle, si vende per niente, però nessuno è capace di svelarlo. Chi può svelare il libro e romperne i sigilli? Non esiste chi lo possa fare, né in cielo né in terra. Ml riferisco all'Apocalisse di S. Giovanni. Questo libro non lo capisce nessuno e perciò si è conservato intatto; altrimenti, a quest'ora, già sarebbe un cadavere. Siccome peró nessuno lo capisce, l'hanno lasciato in pace.

Nell'Apocalisse di S. Giovanni è contenuta tutta la Scienza della Grande Opera. Lì sta Santiago, appare anche, nell'Apocalisse. Ha in mano un bastone, sul cappello una conchiglia e si appoggia su una spada. Con l'altra mano impugna il rotolo dell'Apocalisse. Il cappello è molto curioso; è fatto con una zucca. Ricordiamo che, nel Medioevo, molti mistici in una zucca tenevano l'acqua benedetta. L'acqua santa, cioè il Mercurio della Filosofia Segreta.

L'Apocalisse  può guidarci  se seguiamo gli insegnamenti del Padre di tutte le Luci; però non possiamo riceverli se non attraverso Giacomo. Giacomo è il Mercurio della Filosofia Segreta, e il Mercurio deve essere preparato nella Forgia dei Ciclopi, nel Laboratorium Oratorium del Terzo Logos. Qui si prepara il Mercurio. Qui bisogna lavorare.

Ritornando alla Genesi, diremo che è un'opera grandiosa che però poco comprendiamo. La Bibbia comincia dalla Genesi e si conclude con l'Apocalisse. Chi comprende la Genesi? Chi l'Apocalisse? Nessuno. Certi autori suppongono che tutta la Genesi si relazioni esclusivamente con l'uomo. Non vogliamo esagerare, non esageriamo. Essa si riferisce anche all'Universo.

Quando qualcuno sta creando dentro se stesso l'uomo fatto a immagine e somiglianza di Dio, certamente sta lavorando con la stessa forza con la quale Dio creò il mondo. E' come una piccola particella di mondo dentro la quale si realizza una creazione. E' proprio lì che riusciamo a capire in che modo Dio creò il mondo. Cosi, la Genesi è applicabile anche al Macrocosmo, se pure in forma simbolica e allegorica.

Nessuno potrebbe capire la Genesi se non fosse alchimista. Gli alchimisti conoscevano la verità. Per poter creare l'Uomo fatto a immagine e somiglianza di Dio necessitiamo di sale, di zolfo e di mercurio. E questo succede anche là, nel Macrocosmo. Dallo spazio senza fine scaturisce l'ARCHEUS, composto di sale, di zolfo e di mercurio, ed è da questo Archeus che nasce una nuova unità cosmica, un nuovo sistema solare.

Quaggiù, dobbiamo creare l'Archeus dentro noi stessi perché, col nostro sale, zolfo e mercurio nasca non una nuova unità cosmica, bensì l'Uomo fatto a immagine e somiglianza del Creatore.                     

 

                                             Samael Aun Weor (dalla “Didattica dell’autoconoscenza”)

 

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