LA SCALA ANTROPOLOGICA SETTENARIA

 

ARGOMENTO N. 6

 

SECONDO GRADO: IL CORPO VIVENTE

 (continua dal n. 5) 

 

 

 

 

 

SALUTE E MALATTIA

 

 

3) MALATTIE CAUSATE DA ALTERAZIONI DELLO SPAZIO PSICOLOGICO

 

    Non è facile definire in modo scientificamente accettabile lo spazio psicologico. La neurologia non ammette l'esistenza di uno spazio psicologico: per essa tutto si riduce al cervello ed alla connessione delle catene neuronali ivi esistenti. L'idea dello "spazio psicologico" è più concetto delle scienze umane, psicologia e psicoanalisi soprattutto, che operano una sorta di distinzione tra "cervello", organo del corpo fisico capace di elaborare, tra le altre cose, la funzione logica, la memoria ed il pensiero, e la "mente", struttura non definita dal punto di vista anatomico, ma pure indispensabile alla formazione della personalità perché depositaria del sentimento dell'Io individuale e delle diverse esperienze - con le loro interazioni e conseguenze - che l'Io compie attraverso l'esistenza.

    Di fatto, la "mente" coincide con ciò che gli antichi indicano con il termine di "psiche", che in lingua greca significa "anima". La disputa tra la neurologia e le scienze umane non sorprende: l'anima è concetto che sfugge allo scienziato.

    Lo spazio psicologica è, dunque, "mente". In realtà si può operare un'ulteriore distinzione. Lo spazio dell'anima (psicologico) rimane tale soltanto se è occupato unicamente dal sentimento vero dell'Io, cosa che si verifica di norma soltanto nel bambino piccolo. Con l'introduzione delle esperienze, tale spazio si trasforma lentamente in "mente", una struttura che diviene talvolta così complessa e ingarbugliata da confondere l'Io ed intrappolarlo tra le sue reti. Se infatti chiediamo ad una persona adulta chi è, questa ci risponderà quasi sempre come si chiama, ma non saprà di sé offrire una visione unitaria e coerente. Indagando più a fondo, si scoprirà che questa persona è contraddittoria, falsa, incerta, divisa, sempre in conflitto con se stessa, paurosa.

    Per completezza di informazione, anche se ciò non è indispensabile alla comprensione di questo testo, il lettore farà bene a rivedere i concetti che al riguardo riferiscono le scienze esoteriche.

 

 


EGO - PERSONALITA' - ESSENZA

LIBERTA' E CONDIZIONAMENTO

Dobbiamo renderci conto che non siamo liberi, che le nostre azioni sono condizionate, che, anche se talvolta così non ci sembra, non esercitiamo quasi mai la nostra volontà e che siamo sempre comandati da "altri". La nostra, insomma, non è una condizione di uomini, ma di burattini, di umanoidi, di robots. Come tutte le persone che fanno la volontà di qualcun altro, viviamo come ipnotizzati, nel sonno della coscienza.

Però, anche se ci rendiamo consapevoli di tutto questo, di solito diamo la colpa ai condizionamenti esterni: la famiglia, la scuola, l'educazione, la TV, la pubblicità, il lavoro, gli incontri, gli amici, il tempo atmosferico, la salute, le circostanze, l'ambiente. In realtà, i condizionamenti più importanti si trovano al nostro interno, e sono i nostri stati d'animo, i nostri desideri, le nostre fantasie. Sono i più importanti perché sono proprio loro a determinare le circostanze esterne che, invece, quasi sempre incolpiamo ("gli stati attirano gli eventi ").

Cosi, forse, può essere la pigrizia a farmi accendere la TV (o ad impedirmi di spegnerla) per poi esserne condizionato; o, forse, è il mio cattivo umore che mi fa litigare con quei "fastidiosi" vicini di casa; forse è la noia che mi conduce al bar o in osteria, dove incontrerò i soliti amici che mi inviteranno a bere; o, forse, è l'avidità e la sete di guadagno che mi impedisce di avere un po' di tempo libero per guardarmi intorno; o è la paura di non essere abbastanza considerato che mi fa vivere con persone sgradevoli o profittatrici; o la gelosia ad impedirmi di avere una felice vita coniugale e familiare; o le continue, inutili preoccupazioni a rovinarmi, giorno dopo giorno, la salute.

Le situazioni concrete della nostra vita, insomma, piacevoli o spiacevoli (i rapporti con gli altri, la vita familiare, la salute, il lavoro ecc.), sono il prodotto di stati interiori mutevoli, di illusori aggregati della nostra psiche che, essendo solo il frutto di fuggevoli impressioni, non hanno alcun motivo reale per esistere.

Da questo punto di vista, tutta la nostra vita è ILLUSIONE (Velo di Maya per gli Indostani), perchè è fondata sull'affascinazione. E spesso è affascinazione dolorosa, perché la speranza si alterna alla delusione, la salute alla malattia, la ricchezza alla povertà, l'amicizia al tradimento e così via fino alla morte, senza alcuna speranza di stabilità.

Per questi motivi, la vita terrena è chiamata VALLE DI LACRIME.

Cos'è dunque la nostra vita? Un insieme di avvenimenti che non abbiamo voluto e di cui abbiamo scarsa coscienza, perché sono prodotti non da noi, ma da AGGREGATI PSICHICI. Se vogliamo abbandonare la condizione infraumana di burattini, dobbiamo allontanarci dall'illusorio mondo dell'affascinazione ed avviare quel processo di rinnovamento interiore denominato "seconda nascita" e che porta alla formazione dell' "uomo reale". Tale processo è simboleggiato dalla rottura dell'uovo. Per questo la Pasqua, festa di rinascita e di resurrezione, si collega nella cultura occidentale alla simbologia dell'uovo. Esso racchiude nel suo guscio l'uomo nuovo in attesa di essere liberato e portato alla luce.



LA DOTTRINA DEI MOLTI

Gli Aggregati Psichici si comportano al nostro interno come se fossero dei veri e propri "personaggi psicologici", vere e proprie persone, tanti altri "noi stessi". Per il fatto di essere illusori e meccanici, di procurare in noi l'affascinazione ipnotica e, quindi, di indurci in errore, tali Aggregati sono completamente negativi. Nell'antico Egitto erano chiamati "Diavoli rossi di Seth", nel Vangelo cristiano sono chiamati "Demòni". Più genericamente, possiamo chiamarli DIFETTI. Essi, benché siano tantissimi (in numero di 987 secondo Mouravieff, vedi bibliografia), non sono infiniti; senza voler dar loro un numero preciso, possiamo semplicemente affermare che sono MOLTI.

Il nostro spazio psicologico individuale non è quindi unitario, ma molteplice e frammentato: una molteplicità di difetti (i quagrangoli nella figura sottostante) lo riempie completamente, al 100%. Questo concetto sta alla base della cosiddetta "DOTTRINA DEI MOLTI", e dev'essere perfettamente capito e sperimentato da chiunque desideri mettersi seriamente alla ricerca di se stesso.



Uno spunto di riflessione può essere offerto dalla lettura dell'episodio dell' "indemoniato di Gerasa" (Lc 8, 2-27), da cui si deduce che i Difetti, pur essendo i principali in numero di sette, sono in realtà tantissimi, ovverosia LEGIONE. La religione cristiana chiama i sette principali difetti PECCATI CAPITALI e conferisce loro un nome ben preciso: IRA, SUPERBIA, LUSSURIA, GOLA, AVARIZIA, INVIDIA, PIGRIZIA. Resta però inteso che ognuno di essi porta dietro a sé tutta una schiera di difetti secondari il cui nome, pur non essendo precisato in alcun luogo, può essere abbastanza facilmente individuato attraverso un sincero esercizio introspettivo. Si scopre così che la SUPERBIA si collega all'amor proprio, all'intolleranza, al vittimismo, alla compiacenza, all'ironia, alla vanità; l'INVIDIA al giudizio, al pregiudizio, al confronto, al desiderio, all'autocommiserazione, alla competitività; la LUSSURIA alla lusinga, alla seduzione, al compiacimento, alla galanteria, al tradimento, alla gelosia; l'IRA alla violenza, al litigio, al rancore ecc. ecc..

Gli Aggregati, pertanto, formano degli insiemi molto complessi ed intrecciati fra loro. Tali complessi, denominati EGO, vengono ta lvolta paragonati ad un albero, che riconosce nel tronco il difetto principale, nelle foglie i difetti ad esso collegati e nelle radici i difetti nascosti, difficili o impossibili da ammettere. Altre volte i complessi egoici vengono paragonati alla LUNA ("Luna Psicologica"), che possiede una faccia illuminata (difetti visibili) ed una faccia in ombra (difetti nascosti). Per questo, ancora, si dice che L'EGO E' FORMATO DA TANTI DETTAGLI.

Gli Aggregati psichici non coabitano in modo tranquillo all'interno dello spazio psicologico di una persona, ma ciascuno cerca di prevalere sugli altri e di imporre agli altri la propria volontà. Tutti sono in continua lotta per la supremazia e ciascuno, a turno, la ottiene, diventando per un certo tempo il re ed il signore della situazione. Questo accade perché ogni Aggregato è formato da una certa quota di ENERGIA, che però agisce in modo assolutamente inconsapevole. La volontà dell'Aggregato non è quindi in alcun modo una volontà cosciente, bensì meccanica, ripetitiva, capricciosa, caotica e priva di qualsiasi indirizzo stabile. Essa si esprime attraverso semplici dinamiche associative innescate dagli organi di senso o dal pensiero. Vedo una certa persona e subito prevale in me l'Aggregato dell'intolleranza; ne vedo un'altra e provo simpatia; sento una certa canzone a cado nella malinconia; ricevo un insulto e sono preso dal vittimismo; ricordo un buon affare compiuto e mi riempio di soddisfazione ecc. ecc..

Infine, gli Aggregati non sono rappresentati in modo uniforme all'interno della psiche: alcuni sono più estesi, altri più ristretti. Come si è visto nella figura precedente, le superfici quadrangolari non sono tutte uguali. E' evidente che gli Aggregati più estesi hanno maggiore possibilità di imporsi su quelli più ristretti, i quali possono prendere il potere più raramente, e solo di quando in quando.

(La DOTTRINA DEI MOLTI è complessa e qui ne abbiamo fatto solo qualche cenno. Ulteriori chiarimenti ed approfondimenti saranno forniti a richiesta. Per un riferimento letterario vedi H. Hesse: IL LUPO DELLA STEPPA - Mondadori).

 

LA PERSONALITA'

Gli Aggregati psichici entrano nello spazio psicologico di una persona, uno dopo l'altro, nei primi sette anni di vita. Essi entrano per imitazione, sul modello, cioè, degli Aggregati che già esistono nell'ambiente psicologico che circonda il bambino: la sua famiglia, i parenti, gli educatori, le prime amicizie ecc.. Attorno ai sette anni di età, la psiche del bambino è già piena, al 100%, di Aggregati psichici, e quindi di Ego, e nulla si può più fare per impedire la loro manifestazione. Comunemente si dice che il bambino ha formato la propria PERSONALITA'.

In senso morfologico possiamo quindi intendere per personalità la STRUTTURA PSICOLOGICA formata dall'insieme degli Aggregati psichici. Tale struttura è perfettamente caratterizzata in base alla frequenza con cui i singoli Aggregati si manifestano. Poichè tale frequenza è sempre diversa da individuo a individuo e dal momento che sempre diverse sono le combinazioni dei vari Aggregati tra loro, si deduce facilmente non solo che il numero degli Ego è grandissimo, ma che numerosissime sono anche le Personalità, che degli Ego sono il veicolo di manifestazione. E' pertanto praticamente impossibile, negli esseri umani, trovare due Personalità uguali.

Ogni persona ha pertanto degli Ego ben caratteristici, formati da Aggregati diversi che si combinano in modo caratteristico tra loro. Ogni Personalità evidenzia quindi un "profilo psicologico principale" (PPP), che si riconosce per la specifica frequenza con cui uno o più complessi egoici entra in azione.

Non sempre il riconoscimento del PPP è agevole, specie in Personalità complesse.

Per il fatto di essere espressione dei difetti della psiche, la Personalità è sostanzialmente negativa. E' bene abituarsi presto a questo concetto, perché nel linguaggio comune una "forte personalità" indica generalmente qualcosa di buono e di desiderabile.

In senso dinamico, infine, possiamo definire la personalità come l'ENERGIA risultante dalla somma delle diverse quote energetiche presenti nei difetti di uno spazio psicologico. Ma a quanto ammonta l'energia di una Personalità? Per quanto possa sembrare impossibile, la sua energia è uguale a zero. L'energia della Personalità è, infatti, illusoria proprio come illusori sono gli elementi che la costituiscono. E' vero che questi ultimi, presi isolatamente o a gruppi, possiedono un'energia ben evidente, che dimostrano soprattutto quando si impossessano drammaticamente della psiche. Ma è altrettanto vero che, se facciamo la somma vettoriale di tutti gli Aggregati presenti in uno spazio psicologico, la risultante non può essere che zero, poiché essi non appartengono alla realtà, ma sono solo artefatti, fantasmi del nostro mondo interiore.

 

L'ESSENZA

L'uomo comune e corrente è generalmente rassegnato alla sua condizione. Pur rendendosi conto di di trascorrere la sua esistenza in modo illusorio e per lo più infelice, non fa nulla per cercare di prendere in mano la situazione e di liberarsi degli Aggregati psichici.

1) Un primo motivo è senz'altro la paura di ritrovarsi, una volta distrutti gli Aggregati, con uno spazio psicologico vuoto, privo cioè di quegli stimoli che, nel bene e nel male, danno significato all'esistenza. Generalmente, infatti, l'identificazione con l'Ego è tale da far ritenere che esso sia l'unica presenza esistente all'interno della psiche.

Se così fosse, sarebbe disperante. Nulla di reale, infatti, esisterebbe nell'uomo, ma solo un ammasso informe di Aggregati psichici.

Chi però riesce, magari solo per qualche istante, a superare il mondo dell'affascinazione e ad avere quindi di sé una visione consapevole, capisce come, non potendo l'Aggregato per il suo essere illusorio, soggettivo, mutevole, meccanico rappresentare la natura vera dell'uomo, debba esistere all'interno dello spazio psicologico individuale qualcos'altro di più vero e di più legittimo. Questo qualcosa, rappresentato dalla reale natura umana e riassumibile nei concetti di oggettività, verità, volontà , coscienza ecc., costituisce una sorta di "principio animico" o scintilla d'anima, che si definisce con il termine di ESSENZA.

Nell'Essenza ciascuno trova pertanto la capacità di esprimersi in modo reale al di là di ogni possibile condizionamento e trova anche l'orientamento stabile per affrontare le difficili esperienze nella materia densa del Mondo Fisico.

Ma perché, allora, se l'uomo conserva in sé la sua vera natura, in pratica vive poi come se essa non ci fosse - al punto di essere tentato di negarla - e, rinunciando quasi ad ogni forma di esperienza oggettiva, ritiene di non possedere al proprio interno null'altro che gli Aggregati psichici? In altri termini, dove si è smarrita l'Essenza? Perchè non si rivela?

Tentare una risposta non è semplice. Significa riandare all'inizio della storia dell'umanità, che parla di inganni e di paradisi perduti. La coscienza collettiva, attraverso l'elaborazione della favola e del mito, mantiene il ricordo di strane battaglie, di troni usurpati e insanguinati, di patrie dimenticate, di tesori rubati e nascosti, di lontane terra da riconquistare. Vicende che non è difficile riferire ai contenuti dello spazio psicologico, ad oscure lotte tra la parte cosciente e quella infracosciente della psiche.

Scopriamo allora che l'Essenza, nel corso della storia dell'uomo, è stata progressivamente vinta e catturata dall'Ego, che la tiene ancora saldamente prigioniera al proprio interno. Essa, che dovrebbe dimorare di diritto, unica ed indivisa, all'interno dello spazio psicologico individuale, non esiste più. Inutilmente, come Diogene, la potremmo cercare, perché si trova, molteplice e frammentata, all'interno degli Aggregati della psiche.

La distruzione dell'Aggregato, pertanto, non deve spaventare. Ciò che si distrugge, in fondo, è soltanto un ladro e un usurpatore, un abitante abusivo del nostro mondo interiore che, nel momento stesso della sua morte, libera finalmente la particella di Essenza che teneva prigioniera. La distruzione dell'Ego non lascia dunque vuoto lo spazio psicologico, ma, al contrario, costituisce la condizione indispensabile al recupero dell'Essenza e pone la basi per la cristallizzazione dell'ANIMA.

2) Il secondo motivo che generalmente ostacola il lavoro interno è la sua apparente difficoltà. Infatti, se le cose fossero esattamente come appena descritto, potremmo dire che l'eliminazione degli Aggregati psichici, affidata unicamente alle forze instabili e soggettive degli elementi stessi da distruggere, sarebbe un'impresa destinata al fallimento.

Fortunatamente, però, come si può talvolta constatare dalla occasionale comparsa di qualche elemento consapevole, l'uomo mantiene ancora dentro di sé, non ancora caduta nelle mani dell'Ego, una piccola quota di Essenza libera, forse un 3% del totale. Questa piccola particella autocosciente costituisce il solo punto d'appoggio stabile e sicuro per poter iniziare il processo di distruzione degli Aggregati psichici. Tuttavia, si tratta ugualmente di un lavoro non facile, anzi, così difficile che la maggioranza delle persone, pur conoscendone i vantaggi, sceglie di non affrontare, preferendo piuttosto una vita di illusione e di sofferenza. Il 3% di Essenza, infatti, nonostante esista, si comporta inizialmente come se non ci fosse, poiché giace profondamente addormentato all'interno della psiche, sopraffatto dalla gran massa di Aggregati che ne impedisce la manifestazione. Riuscire a fargli spazio non è cosa da poco, perché si tratta di andare alla ricerca di qualcosa che si è tentati di negare, e di limitare allo stesso tempo la forza e l'espressione dell' Ego, che invece appare come l'unica Realtà.

Riducendo, tuttavia, anche solo di poco l'aggressività e la presenza di qualche Aggregato psichico dentro se stessi (questo è, in fondo, il significato della disciplina ascetica), si verifica una situazione nuova e particolarmente favorevole: il 3% di Essenza diventa concretamente "presente" all'interno della psiche e comincia a manifestarsi.

Da questo primo momento di autocoscienza, sia pur precario e provvisorio (COSCIENZA SOGGETTIVA), l'eliminazione concreta degli Aggregati Psichici diventa realmente possibile. Ogni Aggregato distrutto lascia uscire la scintilla di Essenza che teneva prigioniera e questa, aggiungendosi alla parte libera, ne aumenta progressivamente la percentuale (COSCIENZA OGGETTIVA).

Da quanto fin qui esposto, possiamo dunque dire che la liberazione dello spazio psicologico, con la conseguente reintegrazione in esso dell'Essenza, consta di due momenti non necessariamente separati nel tempo:

 

LA MENTE

 

Non dobbiamo confondere la mente con il Centro intellettuale. La "mente", infatti, non è il cervello (o encefalo) e dunque non appartiene al Corpo fisico.

Possiamo piuttosto definire la mente come l’insieme dei contenuti dello spazio psicologico oppure, in senso dinamico, come l’energia prodotta dall’insieme dei contenuti dello spazio psicologico.

In questo senso, lo spazio psicologico è mente; e, poiché lo spazio psicologico, completamente nelle mani dell'Ego, costituisce la Personalità, la Personalità è mente.

Ma quali sono i contenuti dello spazio psicologico? Sono sostanzialmente tre:

- ESSENZA LIBERA, nella quota di un 3% del totale;

- EGO (Aggregati psichici o difetti), che imprigionano il 97% dell’Essenza;

- EFFIGI MENTALI.

Dell’Ego e dell’Essenza abbiamo già detto sopra. Riguardo alle effigi mentali, potremmo dire che esse si affiancano agli Aggregati psichici nel riempire completamente, al 100%, lo spazio psicologico. Esse sono le immagini del mondo esterno, non ancora organizzate in Ego, proiettate nello spazio psicologico attraverso la finestra dei cinque sensi. Le Effigi servono alla manifestazione dell’Ego: l’idea che abbiamo di una fetta di torta può effettivamente attivare l’Ego della gola. Però l’Ego serve anche al rafforzamento delle Effigi: la Lussuria può condurre un soggetto alla ricerca di un’Effigie con cui soddisfarsi.

Una volta costituite, le Effigi hanno vita autonoma e agiscono attraverso il pensiero ed il ricordo. E’ molto difficile sbarazzarsi di un’Effigie mentale, una volta costituita. Infatti, le percezioni che giungono alla psiche attraverso gli organi di senso non vi si imprimono in modo temporaneo, ma permanente, come su un supporto magnetico. Il fatto di non ricordarle non significa che esse non esistano. Ogni esperienza, pertanto, modifica in modo permanente la struttura psicologica dell’uomo e, di conseguenza, per azione dell’Ego sui tre cervelli, anche la sua struttura fisica. Va posta quindi molta prudenza nell’esporsi alle impressioni del mondo esterno ed è indispensabile l’educazione dei sensi: in modo particolare, non vedere e non sentire tutto ciò che potrebbe capitare di vedere e di sentire (immagini, musica, discorsi ecc.), tenendo sempre ben presente per prima cosa la necessità del lavoro interno.

iiiiiiiii

La Mente si manifesta sotto tre diversi aspetti:

1) Mente scettica; 2) Mente dogmatica; 3) Mente interiore.

Le prime due menti sono espressione degli Ego e pertanto si definiscono menti egoiche attive. La terza è invece espressione dell’Essenza e si definisce mente interiore passiva.

La Mente scettica accetta solo ciò che può essere confermato dai cinque sensi e perciò viene chiamata anche Mente sensoriale. E’ la mente della scienza ufficiale, accademica, e crede solo nelle sperimentazioni riproducibili in laboratorio o negli studi condotti con determinati "metodi" razionali. Di tutto il resto dubita. Questa Mente, a cui si conferisce normalmente l’unico credito, è invece ingannevole, perché i cinque sensi non danno l’immagine esatta della realtà. La vista e l’udito sono, ad esempio, molto limitati: certi animali vedono e sentono cose che noi non vediamo e non sentiamo. La cosiddetta "scienza" è stata pertanto costretta, in passato, a formulare le sue teorie sulla base di sperimentazioni imperfette; teorie che, ancor oggi, continua sempre a modificare in seguito a nuovi, fallaci, strumenti di percezione prodotti dalla tecnologia. Pertanto, la "scienza" non possiede la verità per il semplice fatto che la verità non può essere provvisoria. Del resto, essa stessa ammette che "la realtà è inconoscibile" , perché i dati di cui può disporre sono parziali ed impermanenti.

La Mente dogmatica accetta soltanto ciò che corrisponde a certi suoi contenuti precostituiti e ritenuti veri, ma che veri non sono: sono invece, per l’appunto, dogmi prodotti dagli Aggregati psichici. E’ quindi una mente basata sul pregiudizio. Una tale mente non potrà mai essere aperta al nuovo e rappresenta uno dei più grandi ostacoli al lavoro interno.

La Mente interiore è collegata unicamente con l’Essenza. E’ perciò mente di Verità e di Sapere. Si deve alla presenza di questa Mente se il ricercatore sente l’inquietudine che lo conduce alla porta della Conoscenza e riesce ad aprirla. L’unico problema è che l’Essenza, nell’uomo comune e corrente, è solo un 3% del totale e, per di più, completamente addormentata.

Le due menti egoiche attive (scettica e dogmatica) sono infedeli e meccaniche perché, essendo al servizio dell’Ego, non consentono la formazione di concetti reali. In esse vengono elaborati pensieri soggettivi, illusori, condizionati. Non sono dunque menti creative, ma ripetitive. Si limitano cioè a ripetere, e spesso in modo parziale ed imperfetto, ciò che hanno appreso in precedenza e lavorano attraverso l’imitazione e la credulità.

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Gli Ego che condizionano e compongono le prime due menti, si stratificano in numerosi livelli (48 o 49, secondo certe tradizioni). Tali livelli costituiscono l’ inconscio. Si può pertanto paragonare la Mente ad un lago profondo (fig. 2), che in superficie è rappresentato dagli Ego del preconscio ed in profondità da quelli dell’ inconscio profondo (l’Es, secondo Freud). Il 3% di Essenza, cioè il livello del conscio e della Mente interiore, in tale lago non è rappresentato, se non occasionalmente.

Quando l’uomo crede di essere cosciente, in realtà si serve degli Ego del preconscio: confondendo il conscio con l’inconscio, egli crede di essere sveglio, ma invece dorme e sogna. Detto in altri termini, colui che non è in grado di entrare in relazione stabile con la propria percentuale di Essenza libera trascorre l’esistenza unicamente tra i vari livelli dell’inconscio senza mai poter sperimentare l’Io cosciente.

Solo attraverso l’eliminazione dell’Ego e la progressiva riduzione delle due Menti attive, il lago incomincia a riempirsi di Mente interiore, di pura Coscienza, costruita attorno ad una quota sempre maggiore di Essenza libera. E’ la situazione che porta alla costituzione dell’ anima formata.

iiiiiii

I contenuti delle prime due menti si esprimono nel Centro intellettuale attraverso la memoria meccanica, cioè una capacità di ricordare totalmente gestita dalla volontà dell’Ego.

In certi casi il ricordo è facile, perché appartiene agli Ego superficiali del preconscio. In altri più difficile o addirittura impossibile, quando appartiene agli Ego dell’inconscio profondo, che giacciono sepolti negli strati più sommersi della psiche.

Per gli Ego di questo tipo, il cui ricordo è normalmente impossibile, risale già a Freud la messa a punto di una particolare tecnica di indagine, nota come "metodo delle associazioni libere". Essa sfrutta un funzionalismo fondamentale della mente egoica, l’ associazione mnemonica meccanica (AMM), secondo la quale tutti i contenuti della mente, anche quelli più profondi, si mettono spontaneamente in relazione tra loro attraverso piccole parti comuni (assonanze, somiglianze, analogie simboliche ecc.). La persona che lascia la propria mente libera di associare i propri contenuti e sfugge alle ripetizioni meccaniche della vita quotidiana realizzando, anche per breve tempo, una condizione di perfetto rilassamento corporeo e di isolamento dall’ambiente esterno, sarà invasa da ogni tipo di pensiero e vedrà comparire davanti a sé numerosissime immagini, collegate tra loro in modo apparentemente illogico, ma tutte espressione di Ego ben precisi e talvolta anche molto profondi.

Ciò che conta è poter sperimentare la presenza di questo mondo sommerso e nascosto, le sue dinamiche ed i suoi effetti sulla psiche e sul corpo fisico. Spesso le immagini sono così brevi ed evanescenti che si percepiscono solo al momento del loro svanire. Nella situazione psicoanalitica, lo sperimentatore è un soggetto esterno, l’analista, che raccoglie le fuggevoli impressioni e ne documenta i percorsi. Nella situazione del ricercatore solitario è invece il soggetto stesso a doversi rendere oggettivo scienziato di se stesso. Ciò è possibile unicamente se egli, entrando in rapporto con il suo 3% di Essenza, diventa capace di vivere l’istante e di rendersi cosciente delle proprie dinamiche interne nel momento preciso del loro manifestarsi.

Si crea così una vera e propria pratica di conoscenza interiore in cui, attraverso l’AMM, i diversi Aggregati psichici hanno la possibilità di essere osservati in modo oggettivo per essere studiati e compresi. Come mostra la figura 3, la Coscienza (il 3% di Essenza) non occupa un posto preciso nel lago della mente, potendovi penetrare dovunque, per farvi luce. A differenza di Freud, che collocava l’Io cosciente nel livello più superficiale delle istanze psichiche e che mai quindi avrebbe potuto indagare negli strati dell’Es, il nostro ricercatore solitario, polarizzato nell’Essenza, si rende conto di poter illuminare anche il proprio inconscio e di giungere all’autorivelazione.

 

Proponiamo tre diverse tecniche di autoanalisi, da eseguire sempre con il corpo ben rilassato e scollegato da possibili stimoli sensoriali.

1) Pratica dello schermo cinematografico: con la mente in silenzio e gli occhi chiusi, immagineremo davanti a noi uno schermo cinematografico. Dopo un certo tempo, vi si proietteranno spontaneamente molte immagini, apparentemente caotiche e senza senso, che studieremo passivamente sotto la guida dell’Essenza.

2) Pratica della galleria: con la mente in silenzio e gli occhi chiusi, immagineremo davanti a noi una galleria vuota. Entro breve tempo, essa sarà percorsa da ogni tipo di immagini e pensieri, in un senso e nell’altro, che osserveremo e studieremo passivamente, guidati dall’Essenza.

3) Pratica del paese psicologico: con la mente in silenzio e gli occhi chiusi, immagineremo di trovarci dentro a una città e di percorrerne le strade. Visiteremo quartieri nobili ed ignobili, palazzi ricchi e poveri, soffitte e cantine, chiese ed osterie. Incontreremo persone sconosciute, ma anche amici e conoscenti. Analizzeremo tutto ciò passivamente, lasciandoci guidare dall’Essenza, nella convinzione di essere nel nostro "paese psicologico", cioè all’interno della nostra psiche per conoscerne e studiarne gli Aggregati. Tutto ciò che vedremo in questa pratica, infatti, corrisponde ad un Aggregato ben preciso della nostra mente, che si rende spontaneamente osservabile attraverso l’AMM.

 

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L’Associazione Mnemonica Meccanica, caratteristica delle due menti egoiche, può agire in due sensi: verticale e orizzontale.

L’associazione verticale si verifica solo occasionalmente ed in circostanze particolari, come nel sogno o negli esercizi di introspezione, e collega fra loro Ego di ogni tipo, del preconscio e dell’inconscio profondo. Può essere utilizzata dal ricercatore polarizzato nella propria Essenza per il progresso nella conoscenza di sé e per il proprio lavoro interno. Le tre pratiche appena illustrate utilizzano per l’appunto l’associazione verticale e permettono la manifestazione di Aggregati anche molto profondi, la cui esistenza di norma viene negata dalla maggioranza delle persone (fig. 4).

L’associazione orizzontale, invece, si verifica sempre, è una costante della mente umana ed accompagna l’uomo esteriore in ogni istante della propria vita. Essa si svolge prevalentemente tra gli Ego superficiali del preconscio e sta all’origine di due processi particolarmente disturbanti per la conoscenza interiore: la chiacchiera mentale e la fantasia. Tali processi generano, all’interno dello spazio psicologico, un costante "rumore di fondo", come un eccessivo sommovimento della superficie del lago, che impedisce la manifestazione dell’Essenza (fig. 5). Essi, pertanto, sono da riconoscere e da eliminare al più presto da colui che cerca, perché sono all’origine di tre fondamentali ostacoli: sottraggono energie, rendono impossibile l’autoricordo e l’esperienza dell’istante, impediscono l’autoanalisi.

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Per quanto riguarda i ricordi, dobbiamo distinguere i ricordi della memoria meccanica e i ricordi della memoria-lavoro.

I ricordi della memoria meccanica sono collegati alle due menti egoiche attive (scettica e dogmatica) e sono dunque espressione di Aggregati della psiche. Essi non servono al lavoro interno, anzi, lo ostacolano suscitando stati interiori negativi come il rimpianto, il rammarico, il vittimismo, l’orgoglio, la vanità ecc.. Possiamo anche definirli residui negativi della mente o scheletri del passato.

I ricordi della memoria-lavoro sono collegati invece con la mente interiore. Non sono dunque espressione di Ego, ma di Essenza, e sono utili al progresso nel lavoro interno. Ad esempio, consentono lo studio di un difetto, l’analisi di un sogno, la realizzazione di una pratica, la comprensione di un libro ecc..

Mentre la memoria meccanica è fondata sul passato, la memoria-lavoro si fonda sul presente, sull’istante, sull’attimo. E’ quindi una memoria reale, concreta, scollegata con qualsiasi tipo di fantasia. Del resto, il lavoro interno inizia ogni istante da capo e si compie vincendo quella tentazione di voltarsi indietro che fece trasformare la moglie di Lot in una statua di sale.

Fantasia e la chiacchiera mentale, espressioni della AMM propria delle menti egoiche attive, trovano il loro corrispettivo, nella mente interiore, nell’ immaginazione e nel silenzio interiore. L’ immaginazione è dunque una facoltà della Coscienza ("immaginazione cosciente") e si distingue dalla fantasia perché si compie non nella proiezione attiva dell’Ego, ma nel raccoglimento sull’Essenza. Ciò che produciamo con l’immaginazione cosciente si compie sempre, non solo nei cosiddetti "mondi interni", ma anche nel mondo fisico secondo il detto: "immaginare è creare".

 


    

 

    Molte malattie, organiche e non, nascono dalla disorganizzazione dello spazio psicologico. Facciamo qualche esempio.

 

1) La PAURA, che è un aggregato sempre molto presente nella mente, potrà indurre a ritardare una diagnosi, a sottovalutare qualche sintomo, a indurre a giustificazioni errate.

 

2) L'IRA potrà favorire patologie cardiovascolari, gastriche, biliari ecc..

 

3) La LUSSURIA può favorire malattie veneree, idee ossessivo-compulsive riguardo al sesso.

 

4) Il VITTIMISMO può stare alla base di diverse malattie psicosomatiche.

 

5) Lo SMARRIMENTO DELL'IO può indurre diverse malattie di tipo psichico, ansie, fobie, forme ossessive fino a veri e propri spunti psicotici.

 

    La Cura può essere di tipo preventivo, attraverso l'attenuazione o l'eliminazione di principali Ego della psiche (paura, senso di colpa, ira, vittimismo ecc.) : lavoro non facile, anche perché generalmente le persone ammalate non ammettono di esserne contaminati o non ritengono che esista un nesso tra Ego e malattia. O di tipo curativo, ma in questo caso la cura non può essere cha palliativa o sintomatica, non in grado, cioè, di rimuovere le vere cause della malattia.

   

    Agopuntura, omeopatia, medicine "alternative" (ad eccezione forse dell'erboristeria) in questo caso non servono, perché non è il corpo vitale ad essere alterato. Ci si rivolgerà dunque per lo più agli aiuti che può offrire la medicina accademica "ufficiale" ed alla sua capacità di curare i sintomi.

 

 

(continua)

 

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