LA SCALA ANTROPOLOGICA SETTENARIA 

 

ARGOMENTO N. 1

 

PRIMO GRADO: LO SPAZIO-TEMPO

 

 

 

 

 

 

 

Al primo grado (o livello) della scala, l’uomo sperimenta il suo essere immerso nello SPAZIO e nel TEMPO.

In realtà, spazio e tempo sono due concetti separati.

Lo Spazio appartiene al cosiddetto MONDO TRIDIMENSIONALE (o Mondo Fisico), caratterizzato dal fatto che può essere misurabile attraverso le coordinate cartesiane: altezza, lunghezza, profondità. Tali coordinate caratterizzano le prime TRE DIMENSIONI.

Il Tempo appartiene al cosiddetto MONDO VITALE (o Mondo Energetico): qui, tutto nasce e muore nel tempo e tutto si misura attraverso il tempo. E’ il Mondo della Quarta Dimensione. Il mondo del tempo è ciò che permette al mondo fisico di esistere: senza il mondo energetico, infatti, la materia non potrebbe aggregarsi e sussistere, in accordo ai dettami della fisica quantistica.

Spazio e tempo insieme individuano il cosiddetto MONDO CELLULARE, il mondo, cioè, abitato da oggetti non solo inanimati, ma anche viventi. Il mondo cellulare è anche definito come mondo delle 48 leggi, o del Microcosmo-uomo. E vibra sulla nota musicale MI (la nota RE appartiene alla scala discendente o involutiva).

L’uomo, pertanto, facendo l’esperienza delle prime quattro dimensioni, si sente esistere contemporaneamente in una SPAZIOTEMPORALITA’ INDISSOLUBILE.

 

·         Per approfondire l’argomento si suggerisce di visitare il numero 6 del Compendio presente su questo medesimo sito.

 

L’esperienza che l’uomo fa dello spazio e del tempo è l’esperienza di una dialettica continua fra due aspetti opposti e complementari, strettamente intrecciati tra di loro.

Nello SPAZIO l’uomo fa, in senso positivo, l’esperienza della:

ricettività

estensione

misura

stabilità

manifestazione

esistenza

simultaneità, ecc. ecc..

Ma anche, in senso negativo, della:

ristrettezza

distanza

lontananza

separazione

esclusione

staticità

inadeguatezza

deformità, ecc. ecc..

Nel TEMPO l’uomo fa, in senso positivo, l’esperienza della:

trasformazione

mutazione

durata

crescita

sviluppo

attività

divenire, ecc. ecc..

Ma anche, in senso negativo, della:

distruzione continua

ansia del futuro

irreversibilità del passato

attesa impaziente

morte, ecc. ecc..

L’uomo sperimenta le qualità positive e negative del tempo e dello spazio contemporaneamente, nel “continuum” spaziotemporale. La qualità che appare di più nasconde l’altra, senza però mai abolirla. In una parola, l’esperienza dello Spazio-Tempo è vissuta dall’uomo come un dramma, il dramma della continua alternanza di positività e negatività. La natura di questo dramma è fondata sul problema della QUANTITA’: la quantità di spazio occupata da una cosa non può essere occupato da un’altra; la quantità di tempo necessaria per fare una cosa non può essere usata per farne un’altra. Anzi, non potrà mai più essere utilizzata.

Gli antichi misuravano il tempo attraverso uno strumento in questo senso molto rappresentativo: la CLESSIDRA. La quantità di sabbia che incessantemente scorre e si riversa nella boccia inferiore è andata per sempre, e non potrà più ritornare nella boccia superiore. E’ il dramma del tempo: “panta rei”, tutto scorre e non ritorna indietro. Come utilizziamo il nostro tempo? “Chi ha tempo non aspetti tempo”, dice il proverbio. Siamo consapevoli dell’istante che viviamo?

E’ utile aver presente sempre la cosiddetta “dottrina dell’istante” (vedi compendio 2) , a torto confusa spesso con quella del “carpe diem”: non si tratta di cogliere l’attimo fuggente, bensì di vivere consapevolmente ogni istante della nostra vita, nel bene e nel male, nella gioia e nella soffrenza, e di capirne il significato.

 

LA SFIDA DELLA QUANTITA’

Il problema fondamentale del primo grado della scala è la sfida della quantità espressa come quantità di spazio e quantità di tempo: il peso, l’aggressione della quantità intesa come limite e come esclusione. E’ la quantità di spazio e la quantità di tempo a limitare noi e i nostri rapporti con gli altri, ed a escludere sempre qualcos’altro. Ancor prima della mancanza di cibo, di affetto, di comprensione, di libertà, gli uomini sono oppressi dalla mancanza di spazio e dalla mancanza di tempo, ed oggi più che mai.

L’uomo, tuttavia, sente di poter vincere la sfida della spaziotemporalità. C’è chi riesce in poco tempo a fare moltissime cose e in poco spazio a contenere ugualmente moltissime cose. Ad essere al posto giusto al momento giusto. Si tratta indubbiamente di persone che hanno percorso un cammino di progresso interiore, che hanno superato diversi gradini della scala. Per questo non bisogna arrestarsi sul primo gradino, e pretendere di risolvere in problema dello spazio e del tempo prima di procedere: ogni gradino si risolve, come si è detto nella parte introduttiva, con l’aiuto di tutti gli altri.

Si sottolinea l’aspetto negativo della sfida del Tempo e dello Spazio solo per offrire uno stimolo al lavoro, al superamento degli impedimenti. La sfida non è mai persa in partenza. Se è vero che “chi ha tempo non aspetti tempo”, è anche vero che “non è mai troppo tardi”.

 

LA SFIDA DELLA QUALITA’

Non è solo la quantità di Spazio e di Tempo a sfidare l’uomo, ma è anche la qualità. La qualità del tempo che scorre dentro di noi può essere più o meno buona, e così la qualità dello spazio che ci circonda. Possiamo circondarci di case, di quartieri, di città bruttissime. Nelle nostre abitazioni possiamo circondarci di oggetti che deturpano quotidianamente il nostro spazio. O viceversa. Possiamo rovinare il tempo che ci scorre dentro con pensieri ed emozioni negative, o possiamo abbellirlo con emozioni intense e positive.

Tuttavia, il problema che salta all’occhio pensando a questo aspetto è quello sociale, inerente all’inquinamento ambientale.

Lo Spazio è reso disordinato, le città moderne, tranne rare eccezioni,  sono un esempio di distruzione dello spazio, di separazione, di frammentazione, di inaccoglienza, di incomunicabilità, di inaccessibilità, di ammassamento confuso, di disorientamento…

Il Tempo è reso innaturale, i ritmi sono artificiosi, il ciclo giorno-notte è falsato, le stagioni non si percepiscono più, il passato è totalmente cancellato, la storia dell’uomo falsificata, non ci sono seri orientamenti per il futuro…

Sembrerebbe quasi che la sfida della qualità spaziotemporale sia troppo forte per l’uomo e che esso si stia lentamente distruggendo. Ma ciò non toglie il dovere individuale dell’uomo, laddove fallisce il tentativo collettivo, di arginare lo sfacelo, creando sempre ed incessantemente armonia nello spazio e nel tempo e tentando di conservare unite queste due dimensioni, la cui separazione genera la morte.

 

LA SFIDA DELLA STORIA

La storia, sia che la si intenda in senso orizzontale (pensiero occidentale) oppure circolare (pensiero orientale), è formata da un insieme di corsi e di ricorsi che avvengono nel tempo. L’uomo dovrebbe trar profitto e insegnamento dall’analisi degli eventi che si compiono nella storia. Altrimenti la memoria storica resta sterile, com’è sempre stata, e non produce nessun processo evolutivo, nessun superamento delle ricorrenze che si susseguono, nella loro sostanza, sempre uguali. Gli eventi contemporanei lo dimostrano.

Il problema centrale è che l’uomo, da sempre, ricerca il potere. Per il potere può rinunciare a tutto, perfino alla felicità. Finché l’uomo non eliminerà da sé, con un serio lavoro di “morte dell’Ego” (vedi compendio 13 e seguenti), la sete di potere, gli eventi temporospaziali saranno sempre inquinati da grave infelicità e condurranno sempre più rapidamente alla distruzione del Pianeta. E’ avvenuto così nel passato, avviene così nel presente, così avverrà nel futuro.

 

LA SFIDA DEL DISINTERESSE

Gli eventi avvengono nello spazio e nel tempo. Gli studi sociologici hanno da sempre dimostrato che l’interesse del singolo per un evento è tanto più vivo quanto più vicino a lui nello spazio e nel tempo esso accade. Eventi che accadono lontano, soprattutto se accadranno lontano nel tempo, non sono oggetto di grande considerazione. Un esempio illuminante è offerto dal cibo geneticamente modificato: per i grandi profitti che se ne può trarre, non si dà peso alle conseguenze che il suo consumo potrà avere sulla popolazione. “Per ora non succede niente”  si dice ;”se in futuro ci saranno problemi, si vedrà”.

La figura sottostante mostra graficamente quanto detto: la nube dell’interesse (rappresentata dall’insieme dei puntini) diventa tanto più rarefatta quanto più ci si allontana dalla casella A1, che rappresenta il luogo ed il momento vicino al campione delle persone esaminate).

 

 

 

 

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